Google ha chiesto al governo degli Stati Uniti di bloccare l’accordo che consente a Microsoft di ospitare in esclusiva tecnologie di OpenAI sui server cloud della Casa di Redmond.
La richiesta è partita dopo che la Federal Trade Commission (l’agenzia governativa per la tutela dei consumatori e l’eliminazione e la prevenzione di pratiche commerciali anticoncorrenziali) ha chiesto a Google dettagli sulle pratiche commerciali di Microsoft nel quadro di un’indagine più ampia.
Le aziende che competono con Microsoft nell’affittare i server cloud, includono Google e Amazon, e queste hanno ovviamente interesse ad ospitare le AI di OpenAI, senza che quest’ultima sia obbligata a passare da server Microsoft.
A quanto pare le aziende che vogliono sfruttare tecnologie della Casa di ChatGPT sono costrette a pagare costi aggiuntivi se a loro volta non usano server di Microsoft per le proprie attività.
Google e altri competitor ritengono che questi costi aggiuntivi un danno per i loro clienti.
In una recente intervista nell’ambito del DealBook Summit del New York Times, il CEO di Big G, Sundar Pichai, ha lanciato frecciate a Microsoft, sottolineando che Google sviluppa suoi modelli AI, mentre Microsoft fa semplicemente affidamento a modelli di aziende come OpenAI. La frecciatina è partita dopo che il CEO di Microsoft, Satya Nadella, aveva in precedenza designato Google come “vincitore per abbandono” nella corsa all’AI, nonostante i talenti e la potenza di calcolo che hanno a disposizione.
Dopo avere integrato la tecnologia di OpenAI nel motore di ricerca di Microsoft, Bing, lo scorso anno Nadella aveva parlato di Google come “il gorilla da 800 libbre” della ricerca, spiegandolo che l’aveva fatto ballare. La risposta del CEO di Google è arrivata pochi giorni addietro, spiegando che l’azienda da lui guidata è concentrata a lavorare, e “non a ballare con la musica di qualcun’altro”, evidente riferimento all’uso delle tecnologie di OpenAI da parte di Microsoft.
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