Google ha fatto sapere che entro fine anno comincerà ad etichettare immagini generate con AI e immagini modificate con le AI nei risultati delle ricerche.
Il sito Digitaltrends spiega che Big G contrassegnerà contenuti come quelli sopra indicati nella sezione “Informazioni su questa immagine”, la finestra che appare quando si cercano immagini e si fa click sulle immagini mostrate tra i risultati delle ricerche. Queste indicazioni appariranno nelle ricerche, in Google Lens e anche quando si usa la funzione “Cerchia e Cerca” dei dispositivi Android.
Google sta applicando la stessa tecnologia a suoi servizi di annunci pubblicitari, e sta anche valutando l’aggiunta di indicazioni simili per quanto riguarda i video YouTube.
Google spiega che la sempre maggiore diffusione di immagini generate con l’AI e di software con funzionalità di editing che sfruttano l’AI, rende a volte difficile distinguere immagini autentiche e non autentiche, evidenziando la necessità di dettagli su quanto si sta visualizzando.
La nuova funzionalità fa parte delle “Content Credentials” (credenziali del contenuto) un nuovo tipo di metadati antimanomissione che consentono ai creatori di aggiungere ulteriori informazioni su sé stessi e sul loro processo creativo direttamente ai contenuti al momento dell’esportazione o del download. Dettagli come questo consentono ai creatori di ricevere più riconoscimenti per il loro lavoro, connettersi con altri online e migliorare la trasparenza nei confronti del pubblico.
Google (insieme a nomi quali Adobe e altri ancora) ha contribuito allo sviluppo di questo strumento in collaborazione con la Coalition for Content Provenance and Authenticity (C2PA), creando un modo standard per condividere i contenuti digitali senza perdere dettagli contestuali chiave, come chi e quando li ha creati e come sono stati creati.
Quando una immagine con metadati C2PA appare nelle ricerche, è possibile ottenere dettagli con un click. Oltre a Google e Adobe, anche Amazon dalla scorsa settima fa parte del C2PA, per sviluppare uno standard globale aperto per la condivisione di queste informazioni su piattaforme e siti Web.
Sfruttando software come Photoshop e Lightroom, questi ultimi integreranno automaticamente metadati nelle immagini esportate (archiviati in un set di metadati antimanomissione dedicato); per altri software bisognerà attendere ma l’idea di partenza è interessante e potrebbe aiutare a costruire credibilità e fiducia, così come impedire la diffusione di informazioni errate e disinformazione online. Il meccanismo delle credenziali del contenuto ideato dalla Content Authenticity Initiative (CAI) prevede che se le immagini vengono sottoposte a diverse fasi di modifica o elaborazione, possono anche accumulare più credenziali del contenuto (una cronologia delle modifiche effettuate). Chi crea immagini può utilizzare le credenziali del contenuto per assicurarsi di ricevere i credit per i contenuti man mano che vengono pubblicati e condivisi e indicare come preferisce che vengano utilizzati da altri.
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