Quando parliamo di AI oggi pensiamo principalmente a ChatGPT e simili, ma l’ultimo esperimento di Google DeepMind dimostra che all’orizzonte c’è molto di più: il braccio robotico ABB IRB 1100, controllato da una innovativa rete neurale, è già in grado di fare prodigi battendo giocatori di livello intermedio a ping pong, e coi dati che raccoglie mira ad arrivare oltre questo semplice aspetto ludico.
Ne parlano i ricercatori che hanno lavorato al progetto che ha visto coinvolgere una trentina di giocatori di vari livelli. Un braccio robotico con 6 gradi di libertà, montato su due binari lineari, si muove liberamente su un piano a due dimensioni. Ci sono diverse telecamere che tracciano la posizione della racchetta, e il cervello è una AI che esegue specifiche tecniche di gioco adattando la strategia in tempo reale in base allo stile adottato dall’avversario.
La specialità dell’AI
L’innovazione – dicono – è tutta qui, nell’addestramento della rete neurale. Si è optato infatti per un approccio ibrido: lavorando “per rinforzo”, con un ambiente fisico simulato arricchito da dati dal mondo reale. Si è partiti con una base di circa 17.500 traiettorie acquisite da partite uomo-contro-uomo e da lì è evoluto da solo, partita dopo partita, acquisendo nuovi dati.
Allo stato attuale è in grado di vincere il 45% delle partite, con una probabilità del 100% contro i principianti, e con un buon 55% contro quelli di livello intermedio.
I limiti attuali
Per battere i professionisti c’è ancora molto da lavorare. Il robot infatti non è ancora in grado di reagire efficacemente contro palle alte o veloci, e non è in grado di interpretare correttamente le palle lanciate ad effetto, oltre ad essere risultato debole nella gestione dei rovesci.
Oltre il semplice ping pong
Se l’obiettivo a breve termine è quello di arrivare al livello dei giocatori di ping pong dei tornei mondiali, DeepMind e diversi altri attori puntano a impiegare reti neurali e modelli AI per addestrarli con i dati raccolti in numerosi altri ambiti – dal settore manifatturiero all’assistenza sanitaria – per compiti robotici che richiedono reazioni rapide e adattamento al comportamento, totalmente imprevedibile, degli esseri umani.