Ridare nuova vita ai vecchi Mac e PC che non ricevono più aggiornamenti e supporto ufficiale, e allo stesso tempo aumentare la diffusione e la quota di mercato di Chrome OS: sono questi i due obiettivi a cui Google sembra mirare con l’acquisto di Neverware e del suo sistema operativo CloudReady.
La startup in questione propone il sistema operativo CloudReady, basato su Chromium, in grado di eseguire la maggior parte dei compiti via server connessi a Internet, alleggerendo così il carico di lavoro solitamente svolto dal processore e dall’hardware della macchina dell’utente, ormai obsoleta.
Neverware propone CloudReady con contratti destinati soprattutto alle scuole, che costano 20 dollari all’anno di abbonamento per singola macchina con incluso un anno di supporto tecnico. Lo stesso tipo di contratto destinato invece alle società per l’uso commerciale costa 49 dollari all’anno per computer. Infine CloudReady è proposto anche nella versione Home Edition per l’uso in casa e personale, che è gratuito ma non include il supporto tecnico.
Exciting news to share: Neverware & CloudReady are now officially part of Google and the Chrome OS team! We’re looking forward to sharing more details with CloudReady customers, users, and fans in the coming weeks, but for now, click here for more info: https://t.co/ZBkH2IFVsZ
— Neverware (@neverware) December 14, 2020
L’acquisizione da parte di Google di Neverware è annunciata con un post pubblicato dalla startup: i dipendenti della società entrano a far parte della divisione Google che si occupa di Chrome OS. Non solo: il colosso di Mountain View includerà il sistema operativo CloudReady di Neverware nella propria offerta Chrome OS, unificando rilasci e aggiornamenti con le proprie distribuzioni. Le due società annunciano inoltre che ulteriori dettagli sulle novità per gli utenti CloudReady saranno svelate nelle prossime settimane.
Grazie a Neverware e al sistema operativo CloudReady è possibile trasformare vecchi Mac e PC obsoleti e non più supportati in macchine Chrome OS che possono ancora essere sfruttate per il lavoro, la scuola e la produttività personale. Se questa soluzione venisse adottata su scala diffusa potrebbe contribuire a incrementare la quota di mercato di Chrome OS.
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