Il blocco dei cookie di terze parti da parte di Google Chrome, rinviato al 2023, è sotto tiro da parte di editori e inserzionisti tedeschi, che affermano che sarà contrario alle leggi dell’Unione europea.
Nel 2020 Safari di Apple ha iniziato a bloccare i cookie di terze parti, battendo di due anni il piano di Google per fare lo stesso su Chrome. Google ha, adesso, posticipato la mossa fino al 2023, evidenziando come occorra più tempo per raggiungere al meglio l’obiettivo.
Ora, secondo il Financial Times, centinaia di editori, inserzionisti e gruppi di media in Germania hanno chiesto l’intervento del capo della concorrenza dell’UE Margrethe Vestager:
Gli editori devono rimanere in una posizione in cui sono autorizzati a chiedere ai propri utenti il consenso al trattamento dei dati, senza che Google acquisisca questa decisione. Google deve rispettare il rapporto tra editori e utenti senza interferire
Il piano sandbox per la privacy di Google per il suo browser Chrome ha lo scopo di proteggere gli utenti eliminando i cookie di terze parti e sostituendoli con altre forme e strumenti di pubblicazione degli annunci.
Molte altre piattaforme e browser hanno già smesso di supportare i cookie di terze parti, ha dichiarato un portavoce di Google al Financial Times, “ma Google è l’unico a farlo apertamente e in consultazione con gli organismi di standardizzazione tecnica, le autorità di regolamentazione e l’industria, proponendo anche nuove tecnologie alternative”.
Separatamente, secondo quanto riferito, Google starebbe intensificando le attività di lobbing negli Stati Uniti sulle proposte per frenare la Big Tech con il Digital Markets Act. Per sapere di che si tratta vi invitiamo a fare click direttamente su questo link.