Patent Starter Program: questo dovrebbe essere il nome della nuova iniziativa di Google, nata per “armare” le start up contro le pericolose aggressioni dei patent troll, entità che tendono a speculare sul loro catalogo brevetti – spesso inutilizzati – rischiando spesso di rallentare o fermare del tutto l’innovazione rappresentata da società capaci sì di creare, ma incapaci di difendersi dagli attacchi legali per carenza di risorse finanziarie.
Quest’improvviso slancio di generosità da parte di Google non è rivolto a chiunque decida di bussare alla porta di Sergey Brin e Larry Page, ma solo ad una selezionata cerchia di 50 aziende che dovranno rispondere a specifici requisiti, fra cui ad esempio aver raggiunto un fatturato nel 2014 fra i 500 mila dollari e i 20 milioni di dollari.
Individuati i 50 fortunati, Google selezionerà un numero compreso fra i tre e cinque brevetti utili per la loro tipologia di business e ogni start up potrà ottenerne fino a due gratuitamente. Inoltre le aziende avranno accesso alla lista di brevetti che Google ha acquistato sul mercato e che potrebbe essere intenzionata a vendere a società interessate.
Per ringraziare Google di tali concessioni alle start up non sarà sufficiente un cenno del capo; benché non economico, un prezzo da pagare c’è sempre: la aziende dovranno entrare (gratuitamente ma obbligatoriamente) a far parte per almeno due anni del LOT (License on Transfer) Network, un network sono membri al momento aziende come Google, Dropbox, Pandora, Mazda ed altre, rete nata allo scopo di combattere proprio i patent troll.
Far parte del gruppo significa che ogni membro deve licenziare a tutti gli altri membri un qualsiasi brevetto che decide di trasferire a un’azienda che non fa parte del LOT Network; questa condizione permette a qualsiasi società del gruppo di essere immune alle minacce su tali brevetti nel caso in cui finissero nelle mani di un patent troll.
Probabilmente lo scopo principale del Patent Starter Program è proprio quello di promuovere l’adesione al LOT Network, tutelando le aziende e i loro brevetti da attacchi legali. Per ulteriori informazioni sono disponibili diversi link: link 1, link 2, link 3, link 4, ed una pagina riassuntiva.