Google ha eliminato oltre 200 editori dal suo network pubblicitario Adsense, in parte in risposta alla proliferazione di siti di notizie false e bufale che stanno ammorbando il web negli ultimi anni. L’operazione è avvenuta in base a un aggiornamento recente delle politiche che proibiscono ai siti di ingannare gli utenti con il loro contenuto.
Google ha sempre punito gli inserzionisti per affermazioni false o fuorvianti, ma la policy che vieta gli editori di assumere l’identità di siti di notizie fasulle è stata aggiunta recentemente proprio in seguito della rapida ascesa di notizie false, o siti di propaganda.
Non tutti i 200 editori sono stati espulsi per avere creato contenuti ingannevoli ma anche per altre violazioni ad esempio per avere “clonato” il nome di siti famosi. Accadrebbe, per chiarire, con un sito di notizie che si denomina www.repubblica.co che fa cadere in inganno i naviganti o intercetta chi sbaglia a digitate il legittimo www.repubblica.it.
Anche se Google ha rifiutato di fornire un elenco dei siti colpiti, il suo rapporto annuale sulle violazioni della politica sulla pubblicità comprende però i dati sugli annunci rimossi da Google. La società ha riferito che nel 2016 ha eliminato 1,7 miliardi di annunci per le violazioni, rispetto a 780 milioni nel 2015.
Google attribuisce l’aumento di rimozioni di annunci a una combinazione fra il comportamento pubblicitario degli inserzionisti ma anche ai miglioramenti nella tecnologia per rilevare gli annunci contro il regolamento.