Lo scorso 18 novembre Google ha annunciato che presto sarà possibile eseguire app in streaming. L’annuncio è contestuale ad un’estensione dell’indicizzazione dei contenuti delle applicazioni, ora in grado di comunicare on Google e la sua applicazione dedicata alla ricerca.
Nello specifico Google è ora in grado di indicizzare i contenuti presenti all’interno delle applicazioni: non solo i contenuti che presentano un corrispettivo speculare sul web – come ad esempio i contenuti di Wikipedia – ma anche i contenuti esclusivi di una specifica applicazione.
L’azienda porta come esempio HotelTonight, applicazione che si è affermata negli anni per la semplicità e la facilità con cui permette agli utenti di ottenere nel momento del bisogno prenotazioni last minute su una lista di hotel geolocalizzati.
HotelTonight è un servizio disponibile solo su app e fino ad oggi non era possibile accedere all sue offerte digitando semplicemente una ricerca su Google. Presto non sarà più così: digitando ricerche specifiche, Google restituirà risultati dettagliati non solo dalle pagine web ma anche dalle app dedicate.
Da qui il passo è breve: dai risultati di ricerca dalla app di Google Search gli utenti potranno cliccare il tasto “stream”, visitare e eseguire app in streaming sul loro dispositivo, a patto di avere una rete wi-fi e un dispositivo sufficientemente potente. Dallo “stream” sarà possibile interagire con la app e completare azioni senza necessariamente dover installare l’applicazione ma eseguendola in remoto sul dispositivo.
La strategia di Google è chiara: come ammesso da Mountain View stessa, ad oggi il 40% delle ricerche che le persone eseguono su Android restituiscono risultati contenuti nelle app; con questo stratagemma Google vorrebbe agevolare gli utenti nella loro navigazione web, scavalcando la necessità di installare le applicazioni per raggiungere i loro scopi e mantenendo l’utente sui risultati di ricerca.
L’avvento degli app store ha dirottato buona parte dell’utenza dal web puro all’utilizzo delle app, all’interno delle quali vigono dinamiche di mercato differenti rispetti ai tradizionali siti online. Con questa mossa Google vuole rubare un po’ di spazio (e di tempo) alle app e restituirlo al web, in particolare ai risultati sul motore di ricerca.
Non è chiaro se questa novità arriverà solo per Android o se sarà integrata in qualche modo anche su iOS; qui di seguito illustrato il funzionamento delle app in streaming.