Un tempo gli editori esistevano per vendere contenuti ai lettori. à stato il caso fin dal principio della stampa moderna: la Bibbia di Johann Gutenberg si rivelò un caso di successo anche industriale e già nel suo primo anno vendette una quarantina di esemplari, che non sarebbe stato possibile produrre con le tecnologie precedenti.
Oggi gli editori sono disperati a causa della rete e delle tecnologie digitali, che non dominano e che impediscono di diffondere i contenuti a pagamento con la stessa facilità . Un giornale da 1 euro non viene pagato in rete e nessuno riesce a trovare modelli di business stabili per far pagare i contenuti editoriali in rete su larga scala. Il modello emergente è quello dei contenuti sovvenzionati dalla pubblicità (come accade con la televisione commerciale in chiaro) ma a quanto pare i soldi non bastano per far vivere l’industria attuale.
Ecco che si cercano nuove soluzioni. Negli Usa un piccolo editore indipendente, McSweeney, sta giocando la carta dell’App store, tra le altre. E con una certa originalità e intelligenza. Ma andiamo con ordine.
David Eggers ha fondato McSweeney (il cui nome ricalca quello di uno sconosciuto che insisteva nello scrivere ai genitori di Eggers sostenendo di essere un lontano cugino, Timothy McSweeney e di accingersi a venire a visitare la famiglia) con l’idea di proseguire in maniera collettiva il lavoro iniziato come scrittore. Il suo gruppo, composto da un folto numero di esordienti americani e anglosassoni, pubblica romanzi (tra cui quelli di Nick Hornby, William Vollmann e Michael Chabon), edita un trimestrale di narrativa (McSweeney’s Quarterly Concerns) e un mensile di critica e saggistica (The Believer).
La piccola casa editrice ha poi come “sorella” anche “826 Valencia”, una associazione non-profit che cerca di diffondere cultura e scrittura tra ragazzini poveri, prima a San Francisco dove vive Eggers con la moglie Vendela Vida (che dirige tra gli altri The Believer ed è una scrittrice anche lei), e poi in altre città americane come New York, Boston, Chicago, Los Angeles tra le altre. Le sedi delle associazioni (“826 Valencia” è l’indirizzo di San Francisco della prima sede) sono aperte ai giovani del quartiere e “travestite” da negozio: negozio di pirati, di super-eroi, di robot.
Adesso il gruppo di McSweeney, con la collaborazione di un programmatore estremamente dotato ed innovativo nel lavoro per iPhone, cioè Russell Quinn, ha deciso di lanciare il software a pagamento McSweeney’s. Il
costo è di 4,99 euro e comprende sei mesi di abbonamento ai contenuti, che la casa editrice “pesca” dai suoi vari canali (si tratta di inediti o di cose pubblicate solo in versione cartacea, non di rimasticature da Internet) e li mette a disposizione con la modalità “push” dell’iPhone.
Gli abbonamenti costano 4,99 dollari americani per comprare altri 180 giorni di fruizione dei contenuti (l’applicazione e i contenuti sono tutti in inglese: tutto nasce negli Usa e il software viene originariamente venduto a 4,99 dollari anche per il primo acquisto iniziale), mentre è possibile regolare il quantitativo di dati che l’applicazione può scaricare attraverso la rete GSM/UMTS dal sito di McSweeney, perché in futuro è previsto che vengano offerti anche dei video e cortometraggi che l’editore vende con la sua rivista su DVD Wholphin (fino a poco tempo fa tradotta e venduta in allegato al settimanale italiano Internazionale).
Tra i contenuti già usciti nella prima settimana, ci sono le versioni digitali di Internet Tendency e un primo racconto settimanale per Small Chair, cioè Raw Water di Wells Tower. McSweeney porta una ventata di buoni contenuti per tutti gli appassionati del trimestrale omonimo (giudicata una delle riviste più creative e innovative del settore) e del leggendario The Believer, considerata una delle dieci migliori riviste letterarie al mondo. La fortuna vuole che gli editori di McSweeney’s non abbiano bloccato l’applicazione per il solo mercato statunitense (come invece al contrario è accaduto, ci segnalano lettori dagli Usa, con l’ottima applicazione di Trenitalia, creando problema a chi vive in Svizzera o in Francia e Germania e voglia vedere e comprare i biglietti del treno italiani dall’iPhone).
Inoltre, McSweeney’s si pone, come è abitudine del piccolo gruppo editoriale che gli sta dietro, su una strada che i grandi editori non possono o non vogliono seguire. Lancia cioè la via a quel che possiamo definire l’editoria di qualità , che propone contenuti digitali a pagamento facendo affidamento sulla serietà e la proposta di uno scambio equo con i lettori: micro-pagamenti, cioè pochi soldi, per grandi contenuti. Una duplice scommessa: verrà vinta da McSweeney? E dal mercato editoriale in genere? Le puntate sono aperte.
McSweeeney’s Little Chair è disponibile su App Store al prezzo di 4,99 euro.