Steve Jobs celebrò i funerali di Mac OS, il vecchio sistema operativo dei Mac, a maggio del 2002, durante l’Apple Worldwide Developers Conference di San Jose (California). Durante il keynote di allora il co-fondatore di Apple apparve vestito di nero, con una bara al cui interno era presente un pacchetto che simbolicamente rappresentava Mac OS 9. Quella presentazione molto teatrale serviva a sottolineare che Apple aveva bloccato lo sviluppo di Mac OS 9 e che quindi la versione 9.2.2 sarebbe stata l’ultima versione distribuita da Apple.
Da allora gli utenti Mac passarono sempre più armi e bagagli a OS X ma a distanza di tanti anni non mancano utenti inflessibili e imperterriti che rifiutano l’obsolescenza obbligatoria e hanno una incrollabile “fede” in Mac OS Classic. Di questi utenti parla Ars Technica spiegando perché ancora oggi non manchino sparuti gruppi che usano il vecchio sistema operativo di Cupertino.
Molti sono costretti per l’impossibilità di aggiornare macchine o perché fanno lavori nei quali non è fondamentale avere sistemi operativi, software e macchine aggiornate. Altri non vogliono sapere di usare software diversi dai vecchi XPress, PageMaker o FrameMaker, alcuni dei quali vantano peculiarità che non si trovano nei nuovi software o che ad ogni modo richiederebbero un approccio diverso da quello al quale sono abituati. Anche sul versante audio, alcune digital audio workstations (DAW), come ad esempio ProTools 5 e SonicWORX sono state rese gratuite e funzionano perfettamente in abbinamento ai vecchi Mac.
Mac OS 9 è stato un importante punto di transito prima della transazione a Mac OS X. Vantava diverse funzionalità e migliore rispetto ai System precedenti, come ad esempio la tecnologia OpenTrasport per le reti locali e una potente funzione di ricerca (locale e sul web) denominata Sherlock 2. Mancavano invece ancora caratteristiche ormai obbligatorie per un sistema operativo moderno, quali la memoria protetta o il multitasking preemptive.
Erano per la prima volta supportati più utenti senza bisogno di usare software di terze parti e il codice era quasi completamente ottimizzato per PowerPC. Nelle precedenti versioni di Mac OS classico era presenta ancora molto codice scritto per i processori 680×0, eseguito mediante procedure di emulazione trasparenti per l’utente. Su QuickTime si intravedevano già le texture in metallo che poi avremmo visto diffusamente in OS X e il Finder vantava alcune caratteristiche e tocchi poi trasportati anche su OS X, per esempio i tag colorati o “etichette”. Altre tecnologie che hanno le loro radici in Mac OS 9 sono il portachiavi, funzionalità di riconoscimento vocale, la masterizzazione di CD direttamente dal Finder, funzioni di cifratura e altro ancora.
Per gli sviluppatori che passarono da Mac OS 9 a OS X, Mac OS 9 è stato fondamentale poiché questo includeva Carbon, ambiente di sviluppo e insieme di API che consentivano di eseguire il porting di applicazioni da Mac OS Classic a Mac OS X per chi non poteva passare subito all’ambiente Cocoa. Di fatto Carbon costituì un pratico “paracadute” ma che costrinse ad esempio Adobe un certo punto a dover riscrivere Photoshop.
Apple aggiornò più volte Mac OS 9 per risolvere bug minori e integrare migliorie. La versione 9.2 fu rilasciata nel 2002 e tra le novità la possibilità di essere utilizzato dentro l’ambiente Classic di Mac OS X (il vecchio sistema era avviato all’interno del nuovo consentendo di usare tutti i vecchi programmi.
Il problema degli utenti che ancora oggi usano Mac OS 9 è navigare su internet. I vecchi browser consentono ormai di visualizzare pochissimi siti, ma risulta difficile anche trovare dispositivi quali stampanti, scanner e altri accessori compatibili con l’ormai anziano sistema operativo. Non mancano ad ogni modo i gruppi dedicati a Mac OS 9 su Facebook e su internet si trovano varie risorse dedicate a chi usa il vecchio sistema con consigli e suggerimenti vari.
Come accennato non tutti hanno bisogno di macchine e sistemi operativi moderni per lavorare tranquillamente. La stessa cosa avviene anche per il mondo dei PC con MS-DOS. George R.R. Martin, l’autore de Il Trono di Spade un paio di anni addietro ha raccontato che ama scrivere su un PC con MS-DOS sul quale è installato WordStar 4.0, un software del 1987. Il motivo? Non sopporta l’eccesso di funzioni e peculiarità quali il controllo ortografico automatico, comprensibile visti i nomi di persone, luoghi e cose che usa lo scrittore.
P.S. Se volete provare l’ebbrezza di usare Mac OS 9, potete farlo con “Chubby Bunny“, un pacchetto che circola in rete completo di tutto quello che serve per emulare il vecchio Mac OS Classic sulle macchine con CPU Intel.