In Italia esistono specifiche norme relative alla responsabilità dell’hosting provider, con responsabilità civili e penali dei provider di servizi circa i contenuti che vengono pubblicati sui siti web ospitati nei loro server.
Negli USA esiste qualcosa di simile, ed è un comma alla “Sezione 230” del Communications Act del 1934 che recita: “Nessun fornitore e nessun utilizzatore di servizi Internet può essere considerato responsabile, come editore o autore, di una qualsiasi informazione fornita da terzi”, poche semplici parole all’origine della fortuna di molti social e siti web.
Le cose potrebbero presto cambiare, fa notare il sito Appleinsider. Nella forma attuale, grazie al comma in questione è possibile evitare condanne dimostrando che è in atto la corretta moderazione dei contenuti di un sito e se contenuti illegali o diffamatori vengono individuati ad esempio su un forum, il responsabile di quest’ultimo può dimostrare di essere intermediario e non responsabile dei contenuti pubblicati da terzi, evitando la responsabilità di ciò che viene pubblicato da altri.
Per motivi diversi, sia i repubblicani, sia i democratici spingono per modifiche alle norme attuali, i primi evidenziando la necessità di rendere più severe le norme esistenti e di una maggiore responsabilità da parte delle Big Tech, i secondi sottolineando la necessità di rafforzare ancora di più la libertà di espressione sui siti, con Trump che da sempre vede le varie piattaforme colpevoli di un innato pregiudizio verso i politici di destra e di censurare i punti di vista conservatori.
Il comma sembra destinato a essere cancellato e si prospetta la possibilità di vietare qualsiasi moderazione di contenuti sulle piattaforme online, in un momento in cui le piattaforme sono pervasive nella vita americana e piene di disinformazione e informazioni errate.
L’abrogazione della Sezione 230 porterebbe a un cambiamento radicale alle modalità con le quali operano le grandi piattaforme, con ovvie conseguenze a livello globale, uno spartiacque nella ridefinizione dell’approccio regolatorio dell’ambiente digitale.