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Gli USA minacciano Apple «Richiederemo il codice sorgente di iOS»

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Se Apple continua a opporsi all’ordinanza dei tribunali e non sbloccherà l’ iPhone di San Bernardino, il Dipartimento di Giustizia potrebbe obbligare Cupertino a fornire il codice sorgente di iOS. Così ora nella diatriba che vedo opposti Governo USA e forze dell’ordine da una parte e Apple dall’altra, si arrivano a coinvolgere i gioielli di Cupertino, il sistema operativo che fa funzionare milioni di iPhone e iPad in tutto il mondo, un software che ha richiesto anni di sviluppo e il cui valore è praticamente impossibile da stimare.

prima volta nella storia
L’avvertimento da parte del Dipartimento di Giustizia USA rivolto ad Apple suona proprio come una minaccia, nemmeno molto velata. Nella sua precedente comunicazione ufficiale Cupertino elencava l’onerosità della creazione di una versione sprotetta ad hoc di iOS, per cui sarebbero necessari da 6 fino a 10 ingegneri full time, per non meno di 2 settimane, probabilmente un mese. Il Dipartimento di Giustizia ha giustamente notato che per una multinazionale multimilardaria questo non rappresenta un problema sostanziale ma soprattutto, per la prima volta, indica la possibilità di forzare Apple a fornire il codice sorgente di iOS:

«L’FBI non può di per sé modificare il software su iPhone di Farook senza accesso al codice sorgente e alla firma digitale privata di Apple. Il governo non ha cercato di costringere Apple a fornirli perché riteneva che tale richiesta sarebbe risultata meno appetibile per Apple. Se comunque Apple preferisse questa soluzione, rappresenterebbe una alternativa che richiede meno lavoro da parte dei programmatori Apple». Non occorre essere avvocati o esperti di legge per individuare la minaccia indirizzata a Cupertino e come tale è stata interpretata da Bruce Sewell, responsabile di Apple per le questioni legali. Il dirigente della Mela ha definito la comunicazione del Dipartimento di Giustizia come un tentativo offensivo per infangare e diffamare Apple impiegando “false accuse e insinuazioni”. Ricordiamo che il primo faccia a faccia tra Apple e FBI per il caso dell’iPhone di San Bernardino è programmato per martedì 22 marzo, il giorno dopo il keynote della Mela in cui è atteso il lancio di iPhone SE.

FBI dietrofront

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