Il francese Macg nota come l’annuncio della partnership tra Adobe e Maxon abbia un po’ sconvolto il mondo delle applicazioni di video editing e compositing. Poco prima del NAB Show di Las Vegas Adobe ha annunciato che la futura versione di After Effects integrerà due tecnologie della società tedesca con la quale si è accordata: Cineware (una pipeline 3D diretta tra CINEMA 4D e After Effects, che elimina i rendering intermedi tra le applicazioni) e Cinema 4D Lite (versione semplificata del workflow di CINEMA 4D e del suo set di strumenti).
Uno dei maggiori benefici si noterà nell’ottimizzazione del workflow, consentendo non solo di importare le scene native di Cinema 4D direttamente come assets in After Effects, ma anche di utilizzare il workflow multi-pass di Cinema 4D come livelli. Gli utenti potranno beneficiare di una riduzione dei tempi di rendering, poiché Cineware renderà disponibile il motore di rendering avanzato di Cinema 4D direttamente all’interno di After Effects. Con l’accesso a questa funzionalità, invece di renderizzare ogni modifica, gli utenti saranno in grado di lavorare su progetti Cinema 4D all’interno di After Effects e vedere i cambiamenti in tempo reale.
Finora per il vero 3D è sempre stato necessario appoggiarsi a soluzioni high-end come Smoke, Fusion, Nuke, ecc. Altri software di compositing (After Effects, Motion, ecc.), integrano funzionalità non realmente tridimensionali, permettendo di gestire layer 2D nello spazio 3D, offrendo meccanismi come il tracciatore videocamera 3D che permette di controllare profondità di campo, ombre, riflessi, analizzare e posizionare automaticamente i punti di traccia 3D su filmati 2D in background.
I concorrenti di Adobe potrebbero ora essere costretti a offrire funzionalità del tutto nuove e accordarsi a loro volta con sviluppatori di software specializzati. Tra chi ha rizzato le antenne, c’è Autodesk, software house che sviluppa – tre le altre cose – Maya, 3ds Max e AutoCAD. La società ha infatti annunciato un accordo con Blackmagic Design per l’integrazione di alcune delle tecnologie di quest’ultima con i propri software. Al momento si parla solo di accordi per sfruttare i dispositivi di cattura e riproduzione video Thunderbolt e PCIe, ma non è difficile immaginare collaborazione anche su altri fronti, come ad esempio l’integrazione in Smoke di funzionalità “prese in prestito” da DaVinci Resolve (prodotto che non è più un “semplice” tool di calibrazione e correzione colore ma un vero standard e riferimento per il mondo della post produzione).
Anche Apple dovrà dare delle risposte: Motion, l’applicazione che permette di personalizzare titoli transizioni ed effetti creati con Final Cut Pro e creare animazioni 2D/3D, è ora indietro rispetto a un concorrente come After Effects. Saprà Cupertino rispondere colpo su colpo alle mosse dei sempre più agguerriti concorrenti?
[A cura di Mauro Notarianni]