Oltre l’80% degli statunitensi vive in città e molti di questi abitano in edifici multipiano, elemento che rende importante conoscere il piano dal quale partono eventiuali chiamate verso il numero telefonico di emergenza (negli Stati Uniti e in Canada il 911).
Un sistema GPS di nuova generazione permetterà agli operatori del numero telefonico di emergenza di comprendere anche la posizione verticale, con una precisione che nell’94% dei casi è di 3m.
Un’azienda denominata NextNav ha sviluppato (qui i dettagli) una soluzione che supera i requisiti stabiliti dalle norme FAA (l’agenzia federale statunitense per l’aviazione civile), sfruttando sensori di pressione barometrica che è possiible integrare in smartphone, tablet e altri dispositivi, permettendo di creare soluzioni a risposte di emergenza che tengono conto dei dati in questione, comunicando la posizione dell’edificio, indirizzo, piano e numero civico.
La rilevazione dell’altitudine è utile per localizzare le persone in ambienti chiusi, dove i segnali GPS non sono disponibili. L’integrazione delle informazioni orizzontali esistenti con la posizione verticale consente ad esempio agli operatori di soccorso di determinare l’altezza esatta di un edificio in cui si trova un utente che, tramite smartphone, ha attivato una chiamata di emergenza. In precedenza la Federal Communications Commission (FCC) USA ha stimato che informazioni verticali aggiuntive relative all’altitudine sono potenzialmente in grado di salvare fino a 10.000 vite all’anno solo negli Stati Uniti.
A proposito di GPS, è di poche settimane addietro giorni la notizia che i segnali Gps hanno subito dei blocchi locali in Ucraina, paventando potenziali attacchi in grado di alterare i segnali. Gli aerei dispongono di antenne in grado di neutralizzare tentativi di disturbo, mentre più complessa è la situazione a terra dove i ricevitori civili sono potenzialmente più facile da alterare. L’amministrazione marittima USA ha diffuso un avvertimento permanente sul potenziale degrado del segnale Gps alle navi in transito nel Mediterraneo orientale, evidenxiando che le e alterazioni provocate possono produrrre dati che generano posizione e fusi orari errati.