Il problema di Microsoft è la dipendenza troppo stretta da Windows che impedisce di innovare e di rivoluzionare il sistema. Ecco, in sintesi, l’accusa che piove sulla testa della società di Redmond da un gruppo di ex manager nel contesto di un articolo di Fortune nel quale si prendono in esame le tecnologie fallimentari degli ultimi anni.
A spiegare come in casa Microsoft prevalga l’endemica cultura aziendale che continua a resistere a tutto ciò che non sia in qualche modo riconducibile a Windows sono le persone incaricate dei progetti Kin e Courier; lo scenario disegnato è quello di uno Steve Ballmer, il CEO dell’azienda, troppo orgoglioso e iperprotettivo dell’eredità che ha ricevuto da Bill Gates, un “tesoro” che risiede in Windows e a Office i cui team sono di fatto il riferimento interno cui viene assegnata l’ultima parola su ogni novità.
L’ex programmatrice Microsoft Rebecca Norlander avanza l’ipotesi che sia stato proprio Ballmer a voler tagliare il progetto Courier. Il tablet dual screen era considerato dal team un “prodotto di rottura” ma quando Robbie Bach, il leader dell’Entertainment and Devices group lo presentò a Ballmer, il CEO non solo negò fondi extra, ma decise di annullare il progetto poiché minacciava il mercato di Windows. Qualunque piano su un tablet è stato rimandato a Windows 8 (previsto per il 2012) o Windows 9 (nella timeline di Microsoft previsto per il 2015). L’uscita di Bach, una figura di primissimo piano, da Microsoft sarebbe stata la diretta conseguenza della sopressione di Courier.
Anche il fallimento dei prodotti telefonici della serie Kin, sarebbero da attribuire a protezionismo del team Windows Mobile: Andy Lees, a capo del gruppo, non avrebbe potuto accettare una piattaforma mobile con fondamenta diverse da quelle di Windows. Il Senior software engineer Cid Halloway, ha aggiunto qualche nota di colore, affermando che l’acquisizione di Danger (una piattaforma Java per smartphone) per lavorare al progetto Kin, fu un fallimento poiché l’azienda vedeva il team solo come un gruppo d’ingegneri e non come un team dal quale imparare qualche cosa. Vi era un atteggiamento apertamente ostile dice Halloway e la presunzione di conoscere meglio di chiunque altro i dispositivi mobili. “Poche persone – dice Halloway – ci hanno detto apertamente: pensiamo che avete avuto solo fortuna con i dispositivi Sidekick (dispositivi di T-Mobile che hanno avuto un buon successo in USA, ndr), dunque sedetevi, smettete di chiedere e fate ciò per il quale siete stati assunti”.
Ballmer punta tutto su Windows credendo soltanto nell’assoluta profittabilità del core software dell’azienda, ovvero Windows e Office, da cui sono arrivati 5 miliardi di profitti l’ultimo inverno e ormai la domanda obbligata è se l’azienda delle Finestre sarà in grado di ottenere profitti in un percorso diverso da quello seguito per decenni.
Questa “filosofia” fatta già notare tempo addietro da James Whittaker, che era a capo di un team interno a Microsoft con l’incarico di valutare e testare il software e ora è approdato a Google, il quale aveva già apertamente affermato che è stata l’organizzazione interna ad avere ucciso Courier e Kin e qualunque altro progetto che in qualche modo avrebbe potuto mettere a rischio l’egemonia di Windows. “Se loro idee, sono diverse dalla tue, non andrai da nessuna parte”.
[A cura di Mauro Notarianni]