Google sta affrontando una maggiore pressione antitrust all’interno della zona europea, proprio sulla sua tecnologia pubblicitaria. Secondo quanto riferito, l’European Publishers Council (EPC) ha presentato una denuncia UE contro Google, sostenendo che la società ha una “stretta mortale” illegale sulla tecnologia pubblicitaria e sulla stampa.
Secondo quanto riferito da Reuters, il reclamo sostiene che la suite pubblicitaria del gigante di Internet sia “piena di conflitti di interesse” in quanto non solo rappresenta l’acquirente, il venditore e il banditore, ma presumibilmente sfrutta quel controllo per trarre profitto a spese dei suoi clienti.
Il presidente del Consiglio, Christian Van Thillo, ha ritenuto che la denuncia spingesse l’UE ad agire laddove fosse altrimenti riluttante. La mossa dovrebbe far “cambiare effettivamente” il comportamento di Google dopo anni di “impegni minori” che non forniscono alcun impatto sostanziale, ha affermato Van Thillo. L’EPC ha indicato casi antitrust in più paesi a sostegno del suo caso, inclusa una causa statunitense multi-stato.
L’UE ha avviato la sua più recente indagine sull’attività pubblicitaria di Google nel giugno 2021, condividendo le preoccupazioni generali dell’EPC sui potenziali abusi. Tuttavia, non ha fissato una scadenza per le indagini e ha già multato Google tre volte per le sue pratiche pubblicitarie. E’ chiaro che reclami all’antitrust come quest’ultimo possono richiedere anni prima di concludersi.
In una dichiarazione, Google ha affermato che le aziende hanno apprezzato la sua tecnologia pubblicitaria, senza mai evidenziare problemi di concorrenza sleale. Non c’è certezza che il reclamo EPC spingerà l’UE a chiedere modifiche significative alle politiche pubblicitarie di Google. Tuttavia, potrebbe aumentare la pressione su Google ad agire, anche solo per ridurre al minimo eventuali potenziali sanzioni.