Lo scorso venerdì Starboard Value, importante investment adviser newyorkese, ha annunciato di avere acquisito una «rilevante» quota azionaria di Yahoo! e di avere contestualmente inviato una lettera alla Ceo Marissa Mayer nella quale segna una priorità per l’azienda: acquisire in tempi brevi Aol.
«Riteniamo che una fusione tra Aol e il core business di Yahoo possa essere uno dei modi migliori per cogliere pienamente le opportunità di riduzione dei costi e monetizzare in modo efficiente dal punto di vista fiscale le partecipazioni azionarie non core di Yahoo», si legge nella lettera, secondo quanto riporta Reuters, aggiungendo di aspettarsi un incontro con la Ceo in tempi brevi per pianificare l’implementazione dell’operazione.
Aol – che ha una capitalizzazione di circa 3 miliardi e mezzo di dollari – è uno dei più grandi internet provider al mondo con oltre 30 milioni di abbonati, attivo nel settore della sicurezza informatica, ma anche dei contenuti online (suo il network dell’Huffington Post, acquisito nel 2011 per oltre 300 milioni di dollari).
Già da tempo si rincorrono voci di un possibile progetto di acquisizione da parte di Yahoo!. A dare le munizioni per poter portare a termine l’operazione sarebbe la grande quantità di liquidità arrivata nelle casse di Yahoo! dopo l’offerta pubblica di Alibaba – il colosso cinese del commercio online – che la settimana scorsa ha fatto segnare il record di 21,8 miliardi di dollari e del quale la società della Mayer era uno dei principali investitori. Si parla di una cifra intorno ai 9 miliardi.
Del resto la Mayer – ex Google, fama da decisionista e da stratega coraggiosa -, sin dal suo arrivo alla guida dell’azienda di Sunnyvale si è impegnata in una fitta campagna di acquisizioni, tra le quali quella di Tumblr, popolare social di micro – blogging pagato 1,1 miliardi di dollari. Lo scopo sarebbe quello di rafforzare Yahoo! – che ha nella pubblicità il suo core business – sul fronte dei contenuti. In questa direzione anche il potenziamento della piattaforma di notizie Yahoo! News con il reclutamento di popolari figure del giornalismo americano. L’Huffington Post potrebbe essere un fiore all’occhiello di questa strategia. Di certo c’è che Yahoo! sotto la guida della Mayer ha seguito la strategia dello squalo: muoversi per non morire. Alle volte anche sbagliando clamorosamente strada, come nel caso del reclutamento del direttore delle operazioni Henrique De Castro (sottratto a Google a suon di milioni di stipendio e benefit) licenziato pochi mesi dopo.
Ora, però, il margine per gli errori è ridotto. Negli ultimi dieci anni la società, che fatturava tanto quanto Google, ha ridotto introiti e quote di mercato (nella pubblicità, a livello mondiale, è al di sotto del 3% con Facebook e Google che ne muovono quasi dieci volte tanto).
I toni gentili, ma perentori, della lettera Starboard Value sono eloquenti.