Gli astronauti della Nasa non hanno dubbi: iPad è pronto per andare nello spazio, al contrario dei Google Glass. Gli occhiali hi-tech di Google non hanno battuto il tablet di Steve Jobs nel test che la Nasa ha realizzato nel corso di una missione sottomarina di simulazione nell’oceano al largo della costa di Key Largo, in Florida. Nella missione sott’acqua – il programma Neemo 18 – gli astronauti hanno compiuto un test sui Google Glass e di iPad e hanno poi presentato una relazione dettagliata su pregi e difetti dei due dispositivi, sulle potenzialità e sui limiti che hanno individuato durante il test.
Google Glass e iPad sono stati utilizzati dagli astronauti al lavoro intorno ad un asteroide nella fase di montaggio e smontaggio di una struttura e in un’operazione di spurgo. “I Google Glass sono una tecnologia promettente, ma avrebbe bisogno di una durata della batteria migliorata, di una visualizzazione più ampia e definita, di una possibilità di consultazione dei dati raccolti e inviati più semplice per poter essere considerato un prodotto utile nelle operazioni”, scrive Space.com citando il commento degli astronauti nel report presentato qualche giorno fa, in seguito al termine della missione Neemo 18. I Google Glass hanno ottenuto pessime valutazioni per quanto riguarda l’usabilità (gli astronauti fanno notare la fatica dell’occhio nell’osservare a lungo l’angolo della visualizzazione delle lenti) e la lettura, mentre sono stati promossi per la raccolta di dati come immagini e video e per le potenzialità didattiche.
Promosso a pieni voti invece, è iPad: il tablet di Cupertino ha già ora tutte le carte in regola per essere un supporto ideale in una missione nello spazio. I vantaggi elencati nel report della Nasa riguardano la facilità di lettura di testi, video, foto, il touchscreen e le gestures intuitive, la registrazione di video e di immagini, la semplicità di navigazione tra le diverse app. Unico neo: la necessità di trasportarlo da una parte all’altra.
Questo test della Nasa fa parte di un programma più ampio che ha coinvolto gli astronauti statunitensi per verificare l’affidabilità e la possibilità di utilizzo delle nuove tecnologie nelle missioni, anche quelle nello spazio. Questo piano di sperimentazione dell’hi-tech continuerà anche per i Google Glass, nonostante il risultato non proprio positivo registrato nella missione Neemo 18.