Nell’ambito dell’evento “Peek Performace (qui il riassunto delle novità), Apple ha presentato Mac Studio, Studio Display, iPad Air 5 e iPhone SE 5G, e dettagli sul quarto processore della serie M che rafforza la percezione che il team della Mela che si occupa di SoC è quello al centro dei successi di Apple per tutta la linea di prodotti.
Il SoC M1 Ultra è definito “il più potente al mondo” su personal computer e una rivoluzione per il settore. Si sviluppa dall’M1 Max e integra la nuova architettura UltraFusion che collega il die di due chip M1 Max creando un SoC (System on a Chip) con prestazioni e capacità senza precedenti, composto da 114 miliardi di transistor.
Dai primi benchmark con Geekbench, emerge che l’M1 Ultra vanta un punteggio di 1793 nei test single core e di 24.055 nei test multi-core: sulla carta le prestazioni sono paragonabile a quelle del migliore processore di AMD, il Threadripper 3990X (1213 il punteggio nei test single core e 25.133 nei test multi-core).
Il sito Ped 30 ha raccolto le prime impressioni di vari analisti, la maggiorparte dei quali tutti concordi nell’affermare che Apple ha fatto un ottimo lavoro. Ben Wood, analista di CCS Insight, fa notare che gli eventi della Casa di Cupertino “stanno diventando un mix sempre più vario di novità con annunci che comprendono chip, dispositivi, software, contenuti e servizi”. L’ultimo evento “non ha fatto eccezione”, concordando che la star dell’evento non è stato l’iPhone SE 2022 e neanche il nuovo Mac Studio ma, volendo sintetizzare, i chip sfruttati per costruire i vari prodotti.
“Le performance del nuovo chip M1 Ultra sono notevoli”, “un promemoria per ricordare l’abilità di Apple nella progettazione dei semiconduttori e “il ruolo centrale di Apple Slicon nell’evoluzione dei prodotti finiti”. Il passaggio all’architettura ARM con l’M1 non è una novità, prosegue ancora l’analista, sottolineando ad ogni modo la “sorprendente” velocità della transizione , qualcosa che ricorda a tutti cosa può fare Apple con il controllo completo dei componenti, con ovvi vantaggi competitivi. “Con l’M1 Apple sta ridefinendo le aspettative nel campo dell’elaborazione e l’evento odierno è una indicazione di cosa aspettarsi nei prossimi anni in termini di performance, durata della batteria e nuovi form factor”.
Ben Bajarin, analista di Creative Strategies, definisce il nuovo chip “decisamente ingegnoso”, lodando la possibilità di “raddoppiare sostanzialmente le prestazioni”.
Carolina Milanesi (ex Gartner VP, Kantar Chief of Research e Human/Dog Mom), ha comprato uno Studio Display pochi minuti dopo che la Mela lo ha messo in vendita, e ritiene che l’architettura Apple Silicon si rivelerà qualcosa “di particolarmente significativo per il futuro di Apple”, “per il forte impatto che questa comporterà su tutta la linea, abbracciando diverse categorie di prodotto”.
Julie Ask, vice presidente Forrester, ritiene che i chipo di Apple offrono all’azienda di Cupertino “vantaggi intrinseci” in termini di performance, latenza e funzionalità on device. “Una strategia […] che permette loro di offrire dispositivi estremamente efficienti sotto il profilo energetico in piccoli form factor”. E ancora: “Fondamentalmente, progettando ed essendo proprietari dei chipset, permette loro di ottenere vantaggi duraturi in termini di performance, efficienza energetica e costi”.