Google ha violato leggi antitrust californiane e federali, soffocando la concorrenza con il suo Play Store. È quanto stabilito da una giuria all’unanimità, in quella che è la prima sconfitta per le big tech nelle varie cause che da tempo vedono contrapposta Epic Games contro Google e contro Apple per le commissioni richieste per gli acquisti sugli App Store ufficiali.
Misure correttive potrebbero ora obbligare Google ad apportare modifiche per le sue pratiche commerciali per il Play Store, permettendo ad esempio agli utenti di optare per pagamenti in-app che consentano di bypassare le commissioni di Google, ma è molto probabile che Big G ricorrerà in appello.
“Abbiamo intenzione di contestare il verdetto”, ha dichiarato Wilson White, vice presidente responsabile affari istituzionali e politiche pubbliche di Google. “Continueremo a difendere il modello commerciale di Android, rimanendo profondamente impegnati verso i nostri utenti, partner e il più ampio ecosistema”.
Tutta la faccenda, lo ricordiamo, risale al 2020: Epic Games, nota per il gioco Fortnite e strumenti dedicati agli sviluppatori, accusa Google di esercitare un monopolio di fatto nel settore della distribuzione delle app sugli smartphone e nell’ambito dei pagamenti che si possono fare dalle app stesse.
Epic ha fatto causa anche ad Apple per motivazioni simili ma l’ultima sentenza nel caso della Mela aveva stabilito che Epic aveva violato il contratto implementando un sistema di pagamento alternativo in Fortnite, ed è stata obbligata a pagare il 30% delle entrate raccolte ad Apple. Il tribunale aveva ad ogni modo riconosciuto che Apple aveva posto in essere delle pratiche anticoncorrenziali, unico punto a favore per Epic Games. Ad Apple è stato quindi ordinato di implementare modifiche all’App Store per consentire agli sviluppatori di usare metadati, link e altre azioni che rendano possibile all’utente sfruttare meccanismi di acquisto all’infuori dell’App Store, aprendo la strada all’implementazione di sistemi di pagamento alternativi per gli sviluppatori.
Apple ritiene che la Corte di Appello si si sia spinta oltre il dovuto, con una un’ingiunzione a livello nazionale per una questione che potrebbe riguardare solo la California, evidenziando che quanto sollevato sia di vasta portata e importanza tale da rendere fondamentale il parere della più alta corte della magistratura federale degli Stati Uniti.
In un post sul blog aziendale, Epic afferma che “il verdetto è una vittoria per tutti gli sviluppatori di app e gli utenti nel mondo. Dimostra che le pratiche dell’app store di Google sono illegali e che abusano della loro posizione di monopolio per estorcere commissioni esorbitanti, soffocare la concorrenza e limitare l’innovazione”. Epic invita le autorità di regolamentazione e legislatori “ad adoperarsi per affrontare la dittatura di Apple e Google sugli smartphone”.
A fine settembre Epic Games ha presentato un’istanza di revisione alla Corte Suprema, chiedendo in pratica di pronunciarsi sulla controversia legale che la vede contrapposta a Apple, puntando ancora una volta a ottenere il via libera per obbligare la Mela a consentire agli utenti l’uso di App Store alternativi.
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