Il sorpasso. Il titolo di Apple durante la sessione pomeridiana di Wall Street è cresciuto dell’1,8% facendo crescere il valore complessivo dell’azienda a quota 227,1 miliardi di dollari. La capitalizzazione di mercato di Microsoft, invece, è contemporaneamente scesa a quota 226,3 miliardi, a seguito di un calo dell’1% circa. Sopra le due aziende rimane solo un’altra impresa americana, Exxon Mobil, a quota 282 miliardi di dollari.
È un momento storico, che avevamo già preannunciato nei giorni scorsi, osservando che Apple avrebbe potuto superare a breve la capitalizzazione di mercato di Microsoft. Una ipotesi altamente improbabile solo un paio di anni fa, e assolutamente da fantascienza negli anni novanta o nella prima metà dell’attuale decennio.
Cosa ha portato a questo storico successo? Certamente la sfavorevole congiuntura economica, che colpisce più duramente Microsoft che non Apple. E di sicuro anche una delle più spettacolari rimonte nella storia del business mondiale: dal 1985 al 1997, il periodo in cui Steve Jobs è stato estromesso dall’azienda che aveva fondato nel 1976, Apple ha sempre perso quota rispetto a Microsoft. Dal 1998 a oggi ha guadagnato a velocità crescente grazie a una serie di mosse azzeccate: iMac, MacOs X, Apple Store online e Apple Store retail, iPod, iPhone e adesso iPad, con l’aggiunta di iTunes store, App store e forse, in futuro, anche di iBookstore.
L’epoca durata vent’anni in cui Microsoft dominava il mercato con l’accoppiata Windows-Office è stata intensa e ha prodotto uno dei più solidi paradigmi della storia industriale moderna. Ma al picchiettare delle tastiere negli uffici e nelle case adesso si sta sostituendo un delicato fruscio di polpastrelli che sfiorano la superficie multi-touch di una nuova generazione di apparecchi. Sono gli schermi di iPhone, iPod e iPad: è un fatto commerciale ma è anche una rivoluzione culturale nel modo di concepire l’informatica.
La guida di Steve Jobs, non inventore ma sicuramente catalizzatore del migliore talento dentro Apple, è fondamentale. Sopravvissuto a un tumore e a un trapianto, capace da solo di “ribaltare” un’azienda data per spacciata negli anni novanta, di fondarne un’altra come Pixar che poi ha venduto per svariati miliardi di dollari a Disney, diventandone il singolo, maggiore azionista (più grande anche degli eredi di Walt), Steve Jobs è lo stratega, il regista della grande rimonta.
Un particolare è davvero importante: per vincere Apple ha imparato a non odiare. Infatti, la storica competizione fra le due aziende, che si era trasformata in una guerra tra opposte tifoserie con Microsoft, è da un certo punto di vista scomparsa per Apple. Non solo dato che ci sono altri soggetti che si muovono nel mercato e sono diventati alleati ma anche spietati avversari (Google, Adobe, di nuovo Ibm, oltre allo storico “nemico” della Dell, per un periodo anche Pam e sicuramente la Rim del Blackberry oltre alla Nokia degli smartphone ancora basati su Symbian) ma anche perché Microsoft è per molti versi un partner di Apple.
Invece, non per sminuire il lavoro di Jobs e dei suoi, una causa dello storico sorpasso è da cercare invece nella fase di transizione che Microsoft sta vivendo. La perdita di un punto percentuale durante la giornata è legato ai due top manager che lasciano l’azienda (i capi delle divisioni degli apparecchi da intrattenimento e Xbox, a causa proprio della pressione che Apple con Google e altri sta dando a Microsoft in questo settore), ma strategicamente è tutta nella incapacità della gestione Ballmer di tenere il passo con la velocità che aveva precedentemente quando in sella c’era Bill Gates, adesso in pensione e concentrato nel business degli aiuti umanitari.
La strategia di Microsoft, corrosa alla base da una complessità che rende la gestione strategica praticamente impossibile da eseguire, è ondivaga e costretta a inseguire quotidianamente le pressioni che arrivano da Apple ma anche da altri colossi: Google, Adobe, Sony, Nintendo e più di recente HP, solo per nominarne cinque. Il problema per Microsoft è ritrovare la strada che consenta all’azienda di muoversi sul mercato con più leggerezza ed efficacia, soprattutto adesso che i grandi guai legali di Redmond parrebbero definitivamente dietro le spalle.
In ogni caso, oggi la giornata è storica. A Cupertino si festeggia sicuramente, perché non capita tutti i giorni di salire sul gradino più alto della scala e poter guardare tutti gli altri dall’alto in basso. Il trend di crescita del titolo di Apple è tale per cui in realtà la differenza tra le due aziende rimarrà minima ancora per un certo tempo e sarà suscettibile di continui riallineamenti e sorpassi e contro-sorpassi.