Il 2 aprile in tutto il mondo si è celebrata la Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo, promossa dall’Onu e arrivata alla nona edizione, con numerose iniziative per sensibilizzare le persone sulla vita e sui problemi di chi è colpito da autismo.
Giornate come queste non rappresentano la soluzione di un problema che vede in primo piano la difficoltà per le famiglie di pazienti che sono considerati tali in Italia solo fino a 18 anni o che necessitano di un aiuto e supporto continuo ma possono fornire spunti di riflessione e suggerire buone pratiche per cambiare il rapporto tra malati e familiari. Le tecnologie digitali non sono sempre un toccasana e il loro impiego ha effetti diversi a seconda della profondità del problema ma possono accorciare il salto comunicativo tra due mondi apparentemente lontani.
Apple ha messo in moto la sua macchina pubblicitaria realizzando due toccanti spot che mostrano come i dispositivi della Mela siano in grado non solo di migliorare la vita di chiunque per lavoro e tempo libero, ma di trasformare l’esistenza delle persone affette da autismo, permettendo loro di comunicare con il mondo esterno, esprimere i propri sentimenti e sensazioni, con una serie di funzioni e app che permettono di rompere l’isolamento a cui la malattia li ha sempre costretti.
I due video di Apple rilasciati in occasione della Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo raccontano la storia di Dillan, un ragazzo affetto da autismo la cui vita è cambiata sul lato dell’interazione con gli altri grazie a iPad. Da quando ha accesso al tablet può comunicare grazie ad un’app – come spiega lui stesso in uno dei due filmati – cosa che prima gli era impossibile. Non era in grado di trasmettere ciò che sentiva in un preciso momento, non poteva avere un dialogo con amici e familiari.
Era sostanzialmente segregato in una “vita solitaria”, dove gli unici rapporti erano con animali giocattolo. «Le persone non riescono a capire che ho una mente. Semplicemente vedono in me una persona che non ha il controllo. Ma ora possono sentirmi» spiega nel filmato, mostrando come con l’iPad ora è in grado non solo di vedere le sue stesse parole, ma riesce a tenere in ordine i pensieri. Avere una voce gli ha cambiato la vita – aggiunge – ed ha messo fine al suo isolamento «Ora posso dire quello che penso e far sapere alle persone che mi sono vicino che le amo tanto».
In un secondo video la madre di Dillan ed il suo terapeuta rievocano alcuni retroscena del passato del ragazzo, spiegando che iPad è stato fondamentale perché gli ha dato una voce, «la cosa più incredibile che si potesse fare».
Apple, lo sappiamo, integra nei propri dispositivi diverse funzioni di accessibilità e da sempre incoraggia lo sviluppo di applicazioni di terze parti che facilitino la vita di utenti con disabilità visive, uditive, fisiche o che presentano limitazioni nell’apprendimento o nelle capacità di comunicazione. La multinazionale di Cupertino ha anche pubblicato una raccolta di app su App Store (solo in USA) intitolata Voices of Autism ispirata proprio alla storia di Dillan.
