La bagarre sul portatile migliore di sempre va avanti da tempi che sembrano infiniti, anche se la supremazia dei computer da tenere sulle gambe anziché sul tavolo è relativamente recente. Eppure, si dibatte e si combatte sull’idea di quale sia la soluzione di portatile migliore. Un portatile che è anche un trasportabile (cioè praticamente un “desktop su ruote”)? Un ultraleggero? Un netbook (tipo gli eePc)? Un convertibile? Un reversibile? Un distaccabile (tipo i Surface e altri)? Un integrabile (tipo il vecchissimo Powerbook Duo)?
Le battaglie di idee su quale sia il portatile migliore nei forum degli appassionati sono singolarmente simili ai dibattiti che ancora scuotono i ritrovi di appassionati di fotografia su quale sia la macchina migliore per catturare immagini (risposta: quella che abbiamo con noi quando serve). E con l’arrivo dei telefonini, anche il dibattito su quale sia la macchina per fare foto migliore è molto cambiato. Stessa cosa per i portatili: adesso esistono i tablet, e in effetti in casa Apple molto si dibatte se sia meglio un MacBook o un iPad Pro con la nuova Magic Keyboard. Non apriamo qui questo capitolo, ma molto ci sarebbe da dire.
Apple Silicon
Aggiungiamo invece un pizzico di sale, e cioè l’idea che adesso perlomeno in casa Apple (ma chi scrive pensa che presto altri seguiranno) ci sia convergenza fra architetture e il Mac stia dando il buongiorno al processore di iPhone e iPad, l’Apple Silicon del quale tra poco meno di quattro mesi sapremo il vero nome e le caratteristiche.
Quel che viene in mente, leggendo in rete, è l’idea che sia immaginabile qualcosa di più che non semplicemente “trasportare” il processore. L’idea è di far seguire anche la filosofia di alcuni dei prodotti che Apple nel tempo ha creato nel mondo dei telefoni di Apple. E due di quelli di maggior successo presso un’ampia fascia di pubblico sono stati rispettivamente l’iPhone SE e l’iPad Mini. Entrambi nati forse come idea secondaria, quasi un avanzo caduto dal tavolo del progettista di torno, errori pensati per essere presto dimenticati e invece divenuti veri e propri *longseller* indimenticabili tanto che Apple ha dovuto ammetterne il successo e dedicargli spazio e repliche, aggiornamenti.
L’era dell’iPhone SE
Uno di questi aggiornamenti è l’iPhone SE 2020, costruito sull’idea dell’iPhone 8 così come la prima versione di iPhone SE era costruita sull’idea dell’iPhone 4S. Ma la cosa interessante di queste operazioni non è tanto da quale precedente modello fosse ispirato l’apparecchio di successo, bensì il momento storico in cui è arrivato sul tavolo e sugli scaffali. Ovvero, in piena controfase rispetto agli altri modelli. Il primo e il secondo iPhone SE sono infatti stati commercializzati quando tutto il mondo inseguiva telefoni sempre più grandi (come potrebbero essere alcuni modelli di iPhone 12), privi di sensore per le impronte frontali, con le cornici ridotte al minimo e con il famigerato notch, la “tacca” che contiene il triplo sensore che permette il riconoscimento tridimensionale del viso.
Questo tipo di apparecchi ha avuto schermi sempre più importanti, e l’approccio senza cornici ha semplicemente mitigato l’effetto di una scocca fin troppo importante, ma lo schermo è rimasto sempre grande, con relativi consumi e approcci “grandi”. Il contrario, a quanto pare, di quel che una generazione di persone desiderava: avere a disposizione un apparecchio tascabile, piccolo, con tecnologie forse vecchie ma provate, e uno schermo moderato. Perché su quello schermo piccolo possono fare senza essere dispersivi quello che reputano necessario e poco più. La domanda, a questo punto, capirete che è semplice: perché non ripetere la stessa operazione su un MacBook? Ma come fare? Con quali caratteristiche?
Come è fatto un MacBook SE?
Se mettiamo insieme quel che è necessario per un prodotto “SE” la prima risposta istintiva sarebbe quella di pensare che potrebbe essere fatto come in effetti è fatto il MacBook Air: un computer ultraleggero, spartano, con una sola presa Usb-C, un sensore per l’impronta digitale e poco altro. Si può dibattere se la tastiera debba essere quella a farfalla o quella a forbice, se il processore debba fare tot oppure tot-altro, ma questa è l’idea. Però è l’idea sbagliata.
Nel nostro gioco di creazione di un prodotto SE per il mondo dei portatili dobbiamo immaginare invece un ritorno a tecnologie procedenti. Cominciamo dalle dimensioni: il MacBook SE non è un computer ultrasottile. È piccolo ma ha un certo spessore, sia per la batteria (che è maiuscola) che per le porte e la tastiera, che vedremo tra un attimo.
Lo schermo è sicuramente con le cornici ridotte al minimo, ma non è un pannello Retina di ultima generazione. Anzi, è uno schermo opaco, non lucido perché dotato di vetro. Un “vecchio” pannello con la risoluzione 1 a 1. Quel che vuole, quel che basta. Praticamente il pannello dei vecchi MacBook Air pre-Retina, ma incernierato su una cornice ridotta ai minimi termini. La webcam frontale però sarà almeno 720p.
Passiamo alla tastiera: la risposta al dibattito “meglio forbice o farfalla” ha una alternativa. Le vecchie tastiere pre-piatte di Apple. Come quelle dei MacBook Pro sino all 2015, per intendersi. Una tastiera che gli utenti di vecchia data definirebbero “normale”. Layout attuale e ovviamente senza touch-bar (e con tasto Esc fisico). Unica concessione alla sicurezza e ai tempi moderni sarebbe il sensore Touch ID nel tasto di accensione.
E poi veniamo alle porte di connessione, la parte più divertente.
Tutte le porte del mondo più una
La prima idea, piuttosto radicale (ma sennò che MacBook SE sarebbe?) è quella di mettere di nuovo la porta MagSafe. Per evitare polemiche, critiche, arrabbiature e altro, il caricabatterie MagSafe sarebbe in realtà un caricabatterie Usb-C con un cavetto particolare, sulla falsariga di quello attualmente esistente per connettere iPhone e iPad con porta Lightning anziché a un caricabatterie Usb-A a un caricabatterie Usb-C. Risolto il problema della carica, che potrebbe in emergenza sempre essere fatta sulla porta Usb-C, veniamo al resto.
Su un lato, una porta audio minijack, una porta Usb-C (resta da dibattere se con Thunderbolt 3 oppure no) e una entrata per SD Card. Oh yes, la famigerata SD Card, che Apple ha rimosso perché, in effetti, non la usa praticamente nessuno tranne che gli youtuber (anche i fotografi si attaccano direttamente con la macchina via Usb-C, oramai). Però in effetti potrebbe servire, perché no.
Dall’altro lato, oltre al MagSafe, una porta Usb-A (o due?) e una porta Hdmi. Ebbene sì, anche una Hdmi per poter dare connettività semplificata in mondi antiquati che ancora utilizzano quel tipo di uscita. Perché viviamo in un mondo in cui il futuro arriva in modo disuguale, e si trovano un sacco di apparecchi per la visualizzazione delle immagini che ancora necessitano di porta Hdmi, incluse tonnellate di monitor e proiettori. Averla a bordo vuol dire fare a meno di un sacco di problemi.
In conclusione
Certo, l’estate è praticamente finita, bisogna smettere di sognare avventurose soluzioni. Anche se, a dire la verità, l’ipotesi di un MacBook SE di questo non sarebbe completamente peregrina. Avrebbe senso immaginarlo, ad esempio, come edizione legacy per utilizzare ancora l’architettura Intel e lasciare un testimone nel catalogo di Apple per chi ne avesse bisogno.
Oppure il MacBook SE potrebbe essere pensato per dare più spazio alle nuove architetture Apple Silicon e funzionare come punto di entrata che si differenzia dal resto del mercato. Un prodotto del genere nel mondo Pc esiste in pratica solo se si va a guardare ad apparecchi con una filosofia completamente diversa.
Ultimo punto: il prezzo. Se la filosofia dovesse essere rispettata, questa dovrebbe diventare la macchina entry level del catalogo di Apple. Avere dimensioni sufficientemente compatte (attenzione: come abbiamo detto non un ultrasottile, tuttavia con schermo da 13-14 pollici e le cornici limate al massimo), potenza ragionevole, alta connettività, ottima autonomia, memoria ragionevolmente grande (sia Ram che SSD) magari con il disco aggiornabile. E stare ben sotto i mille euro. Spaccherebbe di brutto.
Voi che ne pensate?