Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) intende creare un secondo impianto per la produzione di semiconduttori in Giappone e ha previsto allo scopo un investimento di 7,4 miliardi di dollari.
Lo riferisce Nikkan Kogyo Shimbun spiegando che la nuova struttura sorgerà nella regione sud-occidentale di Kumamoto e si occuperà dal 2025 della produzione di chip con nodi a 5nm e 10nm.
Un portavoce di TSMC ha rilasciato dichiarazioni generiche sottolineando ad ogni modo precedenti indicazioni del CEO C.C. Wei in occasione della presentazione dei risultati dell’ultimo trimestre fiscale: “Stiamo costruendo in Giappone una specialty technology fab che sfrutterà i nodi a 12 e 16 nanometri, e il processo 22/28 (il processo produttivo destinato, ad esempio, a chip per il settore automobilistico, ndr). La produzione in serie è prevista per la fine del 2024. Stiamo inoltre valutando la costruzione di una seconda fab in Giappone, fintanto che la domanda di clienti e il livello di sostegno governativo lo rende sensato”.
Da tempo TSMC guarda oltre Taiwan, puntando gli occhi su varie località in Europa, Stati Uniti e Giappone. L’espansione è possibile anche per incentivi offerti da alcune nazioni che vogliono ridurre la dipendenza dalla Cina.
TSMC sta completando i lavori nella grande fabbrica di chip in Arizona, e continua ad esplorare possibili località per l’apertura di fab in Europa, nonostante i costi di produzione nel continente siano molto superiori.
“I costi di costruzione di edifici e strutture negli USA sono fino a cinque volte superiori rispetto a quelli per l’apertura delle fab di TSMC a Taiwan”, ha riferito Sravan Kundojjala, analista di TechInsights. “TSMC spende l’80% dei suoi investimenti operativi nelle apparecchiature e il 20% nella costruzione. Nel complesso, una fab negli USA può arrivare a costare fino all’80% in più rispetto a una fab costruita a Taiwan. TSMC cerca ad ogni modo di ridurre il divario con gli incentivi governativi”.
Secondo Kundojjala, TSMC guarda oltre Taiwan anche per poter sfruttare un più ampio bacino di talenti non troppo lontani dai quartier generali dei principali clienti. Per le varie fonderie è in ogni caso diventato fondamentale garantire capacità produttive ai clienti con i chip ormai principale terreno dello scontro tra USA e Cina per la supremazia tecnologica, una complessa partita che sta coinvolgendo anche altri Paesi, dal Giappone a Taiwan.
Per l’Europa in generale, l’arrivo di TSMC è un vantaggio, una struttura che consentirebbe di ridurre la dipendenza da fornitori asiatici. All’inizio dello scorso anno, la Commissione europea ha presentato il Chips Act, pacchetto legislativo che ha come obiettivo quello di garantire l’approvvigionamento di chip agli Stati membri dell’UE e sviluppare una leadership europea nel design e nella produzione di semiconduttori.