Il Giappone sembra intenda costruire un supercomputer da 130 petaflop (un petaflop equivale a mille trilioni di calcoli al secondo, ovvero un milione di miliardi di calcoli al secondo) da 173 milioni di dollari, un supercalcolatore che dovrebbe essere pronto il prossimo anno.
Satoshi Sekiguchi, direttore generale dell’istituto nazionale di scienza e tecnologia industriale del Sol Levante ha dichiarato a Reuters: “Per quanto ne sappiamo, non esiste nulla di così veloce”. Secondo la classifica TOP 500 dei supercomputer mondiali, lo scettro spetta al momento al cinese Sunway TaihuLight, supercalcolatore da 93 petaflop, seguito da Tianhe-2 che vanta 34 petaflop. Il sistema giapponese più potente è al momento una macchina da 13.5 petaflop. Il Giappone è la quarta nazione al mondo con i più potenti supercomputer della classifica TOp 500, dopo Stati Uniti, Cina e Germania.
Rispetto ad architetture di supercomputer più tradizionali, quella ibrida del sistema giapponese dovrebbe garantire consumi ridotti, inferiori a 3 megawatt (nettamente inferiore rispetto agli oltre 15 mW di TaihuLight). I super computer possono essere sfruttati dai ricercatori in vari ambiti per eseguire elaborazioni complesse in campi che spaziano dalla ricerca sul cancro, alle previsioni meteorologiche, dalla modellazione climatica, all’esplorazione dell’energia e ingegneria automobilistica e aerospaziale.
La classifica “TOP500 Supercomputing Sites” è compilata e pubblicata dagli esperti di supercomputing Jack Dongarra, dell’Università del Tennessee, Erich Strohmaier e Horst Simon del NERSC/Lawrence Berkeley National Laboratory e Hans Meuer dell’Università di Mannheim (Germania). L’elenco completo può essere consultato all’indirizzo www.top500.org.