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Giappone come l’Europa, su iPhone e iPad si installeranno app comprate fuori da app store

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Il Giappone come l’UE potrebbe diventare un terreno spinoso per il mondo iPhone. Il paese asiatico, proprio come l’Europa con il “Digital Markets Act, è intenzionato ad imporre regole che svincolino le applicazioni dai negozi proprietari.

Nei fatti anche in Giappone, come accadrà con iOS 17 non appena la normativa europea entrerà in vigore, Apple (ma anche Google) dovrà consentire il caricamento dei programmi senza ricorrere ad un sistema chiuso come lo è App Store.

Stando a quanto riferisce Japan Times, le nuove normative richiederanno che se gli store indipendenti assicurano “sufficiente” privacy e protezione sicurezza, agli utenti venga offerta la possibilità di scaricare le app anche al di fuori degli store di bandiera e di pagare con servizi di pagamento di terze parti in pratica questo significa, nel concetto del panel che suggerisce le modifiche, che sia possibile comprare senza pagare le royalties che oggi sono versate ad Apple.

Anche Google ed Apple dovrebbero rispettare queste regole perché verrebbe loro imposto di fornire all’utente la possibilità di cancellare app preinstallate, senza riservare trattamenti preferenziali ai propri servizi.

Quando il documento sarà pronto verrà sottoposto al parlamento nelle sedute ordinarie del prossimo anno per l’approvazione. A quel punto anche i clienti Giapponesi come gli europei potranno avere negozi di terze parti e gli sviluppatori distribuire applicazioni senza pagare il 30% che viene versato oggi a Google ed Apple.

Risorgono in App Store le app a 32 bit ieri scomparse

In Europa lo ricordiamo, il Digital Markets Act, sta imponendo ad Apple di preparare il terreno anche se di questo non si è parlato alla WWDC23 (l’annuale conferenza sviluppatori di Apple) ma Craig Federighi, vice presidente della Casa di Cupertino responsabile software engineering, in una intervista ha detto che Apple “sta lavorando con l’UE” su quali dovranno essere le misure da adottare “per il rispetto della conformità”, lasciando immaginare che siano in corso negoziati sull’approccio da adottare.

Centrale nei negoziati sono la sicurezza e la privacy degli utenti e la volontà di fare in modo di offrire il minimo di protezioni necessarie anche agli utenti che sceglieranno di recuperare app da fonti diverse dall’App Store.

Erik Woodring, analista di Morgan Stanley, ritiene che la maggior parte degli utenti Apple continueranno a preferire l’App Store: “I clienti Apple preferiscono la sicurezza, la centralità e la comodità che comporta l’App Store”. E ancora: “Dal punto di vista dei consumatori, vediamo pochissime richieste di alternative all’App Store, tenendo conto della sicurezza senza pari, facilità d’uso (centralità) e l’affidabilità che offre l’App Store”.

L’analista evidenzia inoltra lo scarso successo del sideloading offerto su altre piattaforme. Basta pensare che su Android solo il 3% delle app viene scaricato dagli store alternativi. Cruciali, secondo l’analista, sono la possibilità di garantire privacy e sicurezza, e che – privati a parte, sono di poco o scarso interesse per la maggior parte delle piccole imprese.

È probabile che Apple manterrà “segreta” l’opzione che permette negozi alternativi versione fino al rilascio della versione definitiva di iOS 17,  opzione che potrebbe arrivare anche dopo, con un aggiornamento successivo.

Per tutto quello che c’è da sapere su iOS 17, il link da seguire è questo.

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