Il blogger giapponese “Poza” ha recentemente acquistato un iPhone ma il nuovo smartphone non l’ha convinto a sostituire il vecchio cellulare a conchiglia Fujitsu F-Series, che resta ancora uno dei modelli più popolari nel paese del Sol Levante. La ragione risiede in una funzione specifica del feature phone giapponese, ovvero un’efficace modalità “privata”.
Si tratta di un’opzione che, se attivata, nasconde le chiamate, i messaggi e le email ricevute da contatti definiti in precedenza privati, dando solo segnali sul display difficili da captare ad per occhi non allenati, e senza nemmeno apparire nei registri e negli elenchi consultabili pubblicamente sul telefono.
La funzionalità è nata per preservare al massimo la privacy dell’utente, ma – come spiega un interessante articolo del Wall Street Journal – è diventato uno dei più efficaci mezzi sfruttati dai giapponesi per eludere la curiosità delle partner e per agevolare rapporti extra-coniugali o “scappatelle” clandestine, consumate alla luce del display degli F-Series, ormai ribattezzati “uwaki keitai” ovvero “telefoni dell’infedeltà”.
Alcuni osservatori giapponesi sostengono che la popolarità dei dispositivi di Fujitsu risieda proprio in questo privacy mode, che al momento resta ancora ineguagliato dalla concorrenza emergente degli smartphone, inclusi Apple e Google. Al momento i vari App Store e Google Play Store offrono applicazioni che svolgono funzionalità di “insabbiamento” di messaggi, spesso messaggi ricevuti via rete dati.
App che spesso ad una prima occhiata appaiono come dei semplici giochini di poco conto o software banali, ma che all’inserimento di un codice appropriato si trasformano e svelano un’agenda o un’interfaccia per inviare e ricevere messaggi. Il problema lamentato dagli utenti giapponesi è il fatto che tali app siano separate dalle funzioni base del cellulare, cosa che non accade ai Fujitsu.
L’articolo del Wall Street Journal evidenzia ancora una volta le particolarità del mercato mobile del Giappone, fortemente caratterizzato dalle abitudini e dalle funzionalità locali tipiche della Paese e spesso introdotte dalle aziende giapponesi, che ben conoscono le esigenze degli utenti, anche le meno encomiabili. Per questa ragione Fujitsu ha già annunciato di voler lanciare la modalità privacy anche sui suoi prossimi smartphone.