Campaign, un giornale britannico che si occupa di advertising, media, marketing e creatività nella pubblicità, ha pubblicato un interessante articolo che racconta molti retroscena della storica campagna pubblicitaria “Get a Mac” creata per Apple dalla by TBWA\Media Arts trasmessa dal 2006 al 2009. Nell’articolo sono indicati retroscena e curiosità sugli spot, da come furono scelti gli attori, a come nacque la campagna, al fatto che ogni singolo spot doveva avere l’approvazione di Steve Jobs.
La campagna era pensata per sottolineare i vantaggi della piattaforma Mac con il passaggio di Apple ai processori Intel. Il team incaricato della creazione degli spot si rese conto che non doveva limitarsi a elencare i vantaggi del Mac ma rimarcare perché era meglio usare un Mac.
Il gruppo creativo impiegò almeno nove mesi per sviluppare il progetto della campagna pubblicitaria; per sei mesi presentarono 10-15 idee a Steve Jobs ogni settimana fino a quando non arrivò quella che piacque all’allora CEO di Apple.
Tra le persone che furono in lizza per il cast si pensò a Will Ferrell, Owen Wilson e John Cusack. L’idea di scegliere Justin Long (il “Mac”) fu di Jobs che aveva notato l’attore nel cast di Herbie – Il super Maggiolino: il film non era parso un granché al CEO di Apple ma l’attore era sufficientemente sconosciuto e bravo per la parte.
Long non voleva inizialmente accettare per paura che questo avrebbe impedito di recitare in ruoli più seri. Il divertente (e simpatico) John Hodgman (il “PC”) è in realtà un utente Mac di lunga data (sin dal 1984, anno di arrivo del primo Mac). Hodgman fu scelto perché notato durante il “The Daily Show” (il programma televisivo statunitense di satira, che parodia i telegiornali e i programmi di approfondimento politico della TV USA).
L’idea di “Get a Mac” arrivò a Eric Grunbaum e Scott Trattner mentre facevano surf a Malibu, pensando al Mac e al PC come a due personaggi diversi. Presentarono l’idea a Jobs convinti che non l’avrebbe accettata. In totale furono creati ben 323 varianti di “Get a Mac”. Tantissimi quelli rifiutati da Jobs che non tanto sorprendente interveniva su ogni dettaglio, compresa l’illuminazione delle scene e i riflessi sugli oggetti inquadrati. Alla fine Jobs autorizzò la messa in onda di un totale di 66 spot.