L’email ha perso ultimamente forse un po’ di smalto ma bene o male è da decenni il fulcro della nostra vita digitale. Tutti più o meno riusciamo quasi sempre a rispondere ai messaggi che ci arrivano, ma il comportamento nella modalità di gestione della posta cambia con il passare del tempo? No, quello che facciamo con la posta è addirittura prevedibile secondo uno studio che ha analizzato 16 miliardi di messaggi scambiati da circa 2 milioni di utenti. Dalla ricerca emergono dei pattern comportamentali standard: i ricercatori hanno tracciato le identità di mittenti e destinatari, quanto tempo durante il giorno dedicano alle mail spedite, la lunghezza delle mail, il numero di allegati inviati in media e i dispositivi utilizzati. Le conclusioni dello studio? Quando inviamo un’email, siamo noiosamente prevedibili. Le persone più giovani tendono a mandare messaggi brevi, e a rispondere in modo più rapido rispetto ai più anziani; gli uomini inviano messaggi leggermente più brevi e rispondono più velocemente rispetto alle donne. Tendiamo a rispondere con più tempestività durante la settimana e nelle ore lavorative, e quando riceviamo più messaggi della media, tendiamo a rispondere a parte di questi, con risposte brevi.
Lo studio, insomma, non dimostra niente che non si sapeva già, ma potrebbe ad ogni modo essere prezioso per chi si occupa di algoritmi informatici. Gli sviluppatori possono sfruttare la nostra prevedibilità per progettare applicazioni di gestione della posta che tengono ad esempio meglio conto di come catalogare le email non lette.