Il 28 gennaio giudici federali tedeschi hanno fatto sapere che potrebbero sostenere l’autorità di regolamentazione antitrust del paese nell’ambito di una battaglia legale con Apple, imponendo controlli aggiuntivi e intese restrittive in materia di concorrenza.
Nel 2023 Apple è finita come osservata speciale sotto la lente dell’Autorità garante della concorrenza della Repubblica federale di Germania (Bundeskartellamt), che da allora la sta tenendo sotto controllo per impedire il verificarsi di pratiche contrarie alla normativa tedesca.
Wolfgang Kirchhoff, giudice che presiede il panel del gruppo di valutazione del ricorso presentato da Apple, ha riferito che dalla valutazione complessiva emerge il forte controllo che l’azienda ha sul suo mercato di riferimento. La Corte di Giustizia Federale ha ad ogni modo chiesto tempo per deliberare.
Nel 2022 il Bundeskartellamt ha avviato un procedimento nei confronti di Apple per esaminare l’ecosistema di prodotti e servizi della Mela per stabilire se quest’ultima, nella gestione, avesse violato una o più norme sulla concorrenza. Oggetto del contendere sono anche le funzionalità di App Tracking Transparency (ATT) che consentono all’utente di scegliere se un’app può tracciare le sue attività sulle applicazioni e i siti web di altre aziende per scopi pubblicitari o condividerli con i data broker. Elementi come l’App Tracking Transparency sono visti come possibili impedimenti verso società di terze parti.
Nel 2023 il Bundeskartellamt ha stabilito che Apple “detiene una posizione economica di potere su tutti i mercati”, “controlla un ampio ecosistema digitale che è di grande importanza per la concorrenza non solo in Germania, ma in tutta Europa e nel mondo”, sottolineando all’epoca che l’App Store era l’unica piattaforma per la distribuzione delle app (da iOS 17.4 Apple ha annunciato cambiamenti per conformarsi al Digital Markets Act che prevedono la possibilità per l’utente di scaricare app da marketplace alternativi).
Il team legale di Apple ha chiesto ai giudici tedeschi di discutere la questione con la Corte di giustizia europea in Lussemburgo, convinti che il diritto tedesco e quello dell’UE non siano necessariamente allineati. Secondo il giudice Kirchhoff non vi è motivo di interpellare la Corte di giustizia dell’Unione europea.
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