«La nostra proposta è quella di una completa abolizione, ma in questa fase non stiamo escludendo nessuna ipotesi, per trovare una soluzione condivisa e un accordo con tutte le forze politiche. Di certo c’è che un cambiamento verso un Wi-Fi accessibile e libero è necessario e urgente». Paolo Gentiloni – deputato democratico, già Ministro delle Comunicazioni nel Governo Prodi – è uno dei firmatari della proposta di legge per “L’abrogazione delle norme recanti limitazioni dell’accesso a internet”, che nei giorni scorsi è stato messo all’ordine del giorno nelle commissioni competenti.
Ad essere interessato dalla proposta di Gentiloni è il “Decreto Pisanu”, emesso nell’estate del 2005 e contenente una serie di disposizioni in materia di antiterrorismo, tra le quali (unico caso in Europa) anche il contestatissimo articolo 7, che limita l’accesso al web con Wi-Fi e mette una serie di vincoli burocratici ai gestori di locali che vogliono aprire degli hot-spot. (Macity ne ha parlato qui). «La questione – spiega Gentiloni – sarà discussa nelle prossime sedute in esame congiunto da due commissioni: “Affari costituzionali” e “Trasporti, Poste e Telecomunicazione”».
Aquesto punto gli scenari possibili sono due: nel primo la proposta segue la strada parlamentare, nel secondo interviene direttamente il Governo.
«E’ chiaro che questa seconda strada è la preferibile – riprende Gentiloni -, anche perché i tempi sarebbero più veloci. In questi giorni è circolata l’ipotesi di un interessamento del Ministro per l’Innovazione Brunetta. Ma in realtà basterebbe che il Governo si astenesse da ogni tipo di intervento: il decreto Pisanu è stato prorogato sino alla fine dell’anno. Se non sarà rinnovato, verrà automaticamente abrogato».
La via parlamentare sarebbe più laboriosa. Ma anche in questo caso c’è un moderato ottimismo, visto che con Gentiloni, tra i firmatari ci sono anche Linda Lanzillotta (Api) e Luca Barbareschi (Futuro e libertà). Insomma, un gruppo bipartisan. «Perché i tempi possano essere i più rapidi possibili – aggiunge il deputato del Pd -, servirebbe che le commissioni affrontassero la proposta in sede legislativa. Senza necessità, insomma, di passare per le Camere». Ma perché questo avvenga, serve l’ok della maggioranza qualificata dei commissari. «Abbiamo già iniziato a parlare della questione col Pdl. La nostra proposta è molto semplice: cancellare l’articolo 7. Ma, naturalmente, siamo disposti a sondare altre strade». Gentiloni pone, però, due condizioni: «Innanzitutto che non si perda tempo. E poi che la semplificazione burocratica non sia solo per l’utente, ma anche per l’esercente».
Tra i penalizzati dal Decreto Pisanu, infatti, ci sono anche i tanti baristi, ristoratori e gestori di locali «che già devono fare i conti con la burocrazia italiana e che se volessero attivare un hot-spot, dovrebbero trovare il tempo e lo spazio per tenere un archivio cartaceo di tutti i clienti che ne facciano richiesta. Se si pensa, poi, che spesso i locali italiani non fanno parte di grandi catene, ma sono delle piccole aziende a conduzione familiare o con pochi dipendenti, è facile capire a che difficoltà sono costretti ad andare incontro».
Insomma, cambiare e in fretta. Del resto questo articolo del decreto antiterrorismo «non ha dato alcun risultato concreto. Prima di fare la proposta abrogativa abbiamo parlato con diversi prefetti ed esperti di sicurezza che ce lo hanno confermato. Sul blog di Gilioli, ho letto anche delle dichiarazioni dello stesso Pisanu che vanno in questa direzione».
Ma Gentiloni non parla solo da tecnico e stratega politico. «Il lavoro mi costringe ad essere molto spesso in viaggio e sono un grande utilizzatore di dispositivi mobili. In particolare l’iPhone per me è una vera e propria protesi: senza non saprei come fare per leggere le agenzie e tenermi sempre in contatto con colleghi e collaboratori. Di recente, poi, ho anche acquistato un iPad e sto scoprendo le sue grandi potenzialità».