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«Un genio e un leader», Cook scommette su Angela Ahrendts e su di sè

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Un genio e un leader. Tim Cook non usa mezze parole per descrivere il suo entusiasmo per il reclutamento di Angela Ahrendts come capo del settore negozi di Apple. L’opinione di Cook è espressa, come oramai tradizione quando l’orologio di Cupertino segna un’ora importante, in una lettera inviata ai dipendenti.

Nel messaggio “intercettato” da alcuni siti Internet si spiega che la scelta della Ahrendts, già CEO della casa di moda Burberry, arriva dopo una riflessione compiuta sul ruolo che avrebbe dovuto avere il nuovo  responsabile del settore dei negozi: «ho sempre pensato – spiega Cook – che ci voleva una persona che fosse in grado di gestire due team, quello dei negozi e quello dell’on line e non ho mai incontrato una persona che mi abbia convinto maggiormente di Angela sotto questo profilo. Ci siamo incontrati per la prima volta a gennaio e ho subito pensato che dovessimo reclutarla per Apple. Mi sono incontrato molte volte con lei o ogni volta me ne sono andato sempre più convinto».

Secondo Cook la Ahrendts «condivide i valori di Apple e la nostra attenzione all’innovazione. Mette la stessa energia che mettiamo noi nella soddisfazione del cliente, si interessa delle persone e abbraccia la nostra visione: la nostra più importante risorsa e la nostra anima, è la nostra gente. Angela – dice ancora Cook – è un genio e si è dimostrata un leader nel corso di tutta la sua carriera».

Angela Ahrendts non comincerà da subito a svolgere il suo incarico. La transizione dal suo attuale al futuro incarico richiederà diversi mesi e si prevede che possa assumere il ruolo di vice presidente con l’incarico di responsabile delle vendite on line e dei negozi solo nel corso della prossima primavera.  Nel momento in cui l’ex amministratore delegato di Burberry arriverà nella stanza dei bottoni colmerà un anno e mezzo di vacanza del ruolo. John Browett il suo predecessore si è  infatti dimesso quasi un anno fa, il 29 ottobre del 2012, dopo solo sei (disastrosi, secondo qualcuno) mesi di gestione. Browett era stato il primo importante reclutamento a livello manageriale di Cook ma ha fallito, dimostrandosi incapace di inserirsi nella cultura di Apple e di comprendere la filosofia intorno a cui è nata la catena retail di Apple.

Dietro l’entusiasmo con cui ora Cook accoglie Angela Ahrendts si nasconde dunque una sfida importante, forse cruciale, certo la più importante sostenuta fino ad oggi, dall’amministratore di Apple, e non solo perché la struttura dei negozi, pur ultimamente non scintillante, per le menzionate vicissitudini e per il conseguente stallo in innovazione e promozione, come in passato, è un pezzo fondamentale del sistema di Cupertino e il suo rilancio e il recupero di identità sono qualche cosa di indifferibile, ma perchè scegliendo la Ahrendts, Cook ha manifestato chiaramente di avere spinto Apple, giunta alla soglia del bivio tra tecnologia e lifestyle, ad imboccare la seconda direzione.

Se anche la Ahrendts dovesse fallire, dunque, non solo si ripeterebbe un errore grave, che questa volta sarebbe gravissimo, come quello attuato con la scelta fuori sincrono di Browett, ma perchè tornare indietro significherebbe ammettere un fallimento strategico globale, catastrofico, qualche cosa che il consiglio di amministrazione gli investitori che fino ad oggi hanno spalleggiato Cook, ben difficilmente potrebbero perdonargli.

Angela Ahrendts

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