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Geneva Moon, la complicazione da orologiai per Apple Watch

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È difficile orientarsi fra le differenti app e “complicazioni” per Apple Watch: da un lato, Apple tiene le redini abbastanza tirate e la personalizzazione di Apple Watch, in particolare dei quadranti o display dell‘orologio smart, è fondamentalmente basata su quel che vuole la multinazionale di Cupertino. Oppure, permette la realizzazione di app che però, almeno sino a questo momento, non hanno creato grandi rivoluzioni.

Siano le ridotte dimensioni dello schermo o le limitate possibilità di interazione con l’orologio, fatto sta che la App Economy, cioè il grande successo dei produttori di App terze parti per iPhone che ha decretato buona parte del risultato straordinario di quell’apparecchio, non si è realizzata con Apple Watch. Ci sono le estensioni delle app tradizionali per iPhone, ci sono alcune app autonome, ma in totale non c’è un ecosistema altrettanto forte e autonomo, neanche paragonandolo a quello di iPad che è numericamente molto inferiore rispetto a quello di iPhone. Però qualcosa si trova.

La Luna di Ginevra

Abbiamo trovato infatti una piccola app non economica (1,99 euro) che nel suo piccolo funziona in maniera ingegnosa ed elegante come “complicazione” di Apple Watch. Cioè l’app può essere utilizzata al posto di una delle piccole finestre nelle quali si possono mostrare i dati: cronometro, piccoli secondi, orario digitale o analogico, attività, consumo energetico, secondo fuso orario e via dicendo. La maggior parte di queste (e sono una trentina) è fatta da Apple, ma alcune app fatte apposta permettono di inserire anche i loro dati. In questo caso, la Luna.

Apple ha già realizzato, nella funzione Astronomia, tre complicazioni: sistema solare, Terra e Luna. Tutte e tre possono essere visualizzate in scale diverse e diventare anche elementi dominanti dell’uso del telefono, consentendo di andare “avanti e indietro nel tempo” per vedere la posizione dei pianeti o le fasi lunari in giorni e orari diversi. Il contributo di Cross Forward Consulting, che propone Geneva Moon (app che abbiamo comprato un po’ di tempo fa e usato a lungo per piacere personale) è quello di inserire alcune piccole variazioni e ottimizzazioni.

Si tratta di cose abbastanza fini, e chi sceglie questa app lo può fare sostanzialmente per due motivi. Uno “tecnico”, per avere una migliore funzionalità “Luna” con la posizione sull’orizzonte e l’azimuth della Luna calcolato partendo dal GPS che indica la posizione reale. Oppure per motivi estetici e avere una variazione più gradevole della Luna di Apple.

Luna vera o stilizzata?

La complicazione del calendario lunare nel mondo dell’orologeria è molto antica, una delle primissime. Non facciamo riferimento al lunario che viene utilizzato nella nuova versione di watchOS per indicare il passare del tempo nelle culture cinese, ebraica, islamica. Invece, nella cultura europea il lunario è come dicevamo una complicazione antica e molto interessante.

Per definizione, un orologio con fasi lunari è un orologio che fa vedere il ciclo lunare di 29,5 giorni mostrando la fase lunare in corso in un’apertura sul quadrante. La complicazione delle fasi lunari è stata sviluppata per la prima volta dal produttore svizzero di altissima gamma Patek Philippe nel 1925, prima che il colosso dell’orologeria Rolex introducesse la propria interpretazione della complicazione nel 1949 con un modello di orologio (la mitica referenza “8171”) che oggi è valutato milioni di euro.

La complicazione più antica

La misurazione delle fasi lunari è antica quanto l’uomo, però, perché è nata dal desiderio di comprendere il movimento del sole, della luna e delle costellazioni. Quando i primi orologiai passarono dalla meridiana agli ingranaggi e alle lancette, uno degli eventi importanti che seguirono fu quindi il ciclo lunare. Per questo motivo si può dire che il concetto di fase lunare risale a ben oltre la sua introduzione in un orologio da polso.

Ad esempio, nel 205 a.C. gli antichi greci svilupparono il meccanismo di Anticitera, un calcolatore astronomico composto da 30 ingranaggi di bronzo all’interno di una cassa di legno. Era in grado di visualizzare la posizione della Luna, le date e persino i tempi dei giochi olimpici antichi. È un pezzetto di passato tornato per caso a noi (è stato trovato semidistrutto all’interno di una nave affondata davanti all’isola greca di Anticitera, da cui il nome) e fa parte di quello che abbiamo perso degli antichi perché per vari motivi non venivano documentate le innovazioni tecniche. Così, ci vorranno altri undici secoli prima che lo scienziato cinese Su Song inventi di nuovo il primo orologio astronomico.

Gli orologi astronomici, e soprattutto con il lunario, erano particolarmente popolari durante il Rinascimento. Solitamente costruiti all’interno delle cattedrali, mostravano l’orbita dei pianeti conosciuti e le fasi lunari, oltre all’ora e al mese dell’anno. Gli orologi astronomici rappresentavano la convinzione che la Terra, creata da Dio, si trovasse al centro dell’universo con il Sole in orbita intorno ad essa, un fatto che come sappiamo gli scienziati, a partire da Galileo, hanno poi smentito.

Oggi, inserita più come elemento estetico che pratico, l’inclusione delle fasi lunari aggiunge un tocco poetico ai segnatempo di lusso. Con un problema importante di precisione. Infatti, a causa del numero imperfetto di giorni in un mese lunare (il ciclo vero e proprio dura 29 giorni, 12 ore e 44 minuti, ovvero 29,53 giorni), un orologio con fasi lunari è in realtà sfasato di 0,3 giorni al mese. Ciò significa che l’intero ciclo è sbagliato di un giorno intero ogni due anni, sette mesi e mezzo. Ma non per un computer, come Apple Watch.

La Luna di Ginevra

Chiamata inizialmente Moon++, l’app per Apple Watch creata da Cross Forwarding è stata realizzata con degli obiettivi che sono lentamente cambiati nel tempo, man mano che Apple Watch diventava più grande e complesso.

Geneva Moon si propone infatti di fornire un’indicazione estremamente accurata e visivamente piacevole dell’aspetto della Luna in un determinato momento, proprio dove ci si trova, in maniera un po’ diversa da come fa Apple. Intanto, perché è possibile scegliere tra due versioni della Luna: una “fotorealistica” (come quella di Apple) e una stilizzata (semplicemente un tondo o uno spicchio colorato) molto più gradevole e appropriata per un orologio “classico”, secondo noi.

L’obiettivo della complicazione però non è solo questo estetico ma anche tecnico: è quello infatti di fare in modo che, se si guarda verso il polso e poi verso il cielo, le immagini che si vedono dovrebbero corrispondere compresa la posizione e l’inclinazione.

L’app (e non la complicazione nei quadranti) indica infatti l’azimut e l’elevazione attuali della luna lungo l’orizzonte, oltre a un’indicazione visiva della sua fase e del suo orientamento. Si può ruotare la corona digitale di Apple Watch per spostarsi avanti e indietro nel tempo e vedere come si sposterà la luna (e poi basta toccare lo schermo per ripristinare l’ora).

Soprattutto, sugli Apple Watch dotati di bussola (Serie 5 e successive) è possibile fare in modo che Geneva Moon si orienti verso la Luna vera e propria per facilitare l’individuazione della luna nel cielo.

Conclusioni

Consigliare l’acquisto di una complicazione per Apple Watch dal costo di due euro che sostanzialmente arricchisce un po’ una funzione antica, ma abbastanza secondaria degli orologi moderni (sapere la fase della Luna serve per seguire il moto delle maree e in buona sostanza per andare a pescare nei momenti migliori) è quasi un esercizio di stile.

Però, dopo che questa complicazione è rimasta sul quadrante del nostro orologio ormai da un’enormità di tempo e segna, nella versione stilizzata che come abbiamo detto secondo noi è più elegante, il passare dei cicli con precisione e gusto, forse vale la pena spenderci due parole. Per noi è un acquisto interessate e comunque dal costo molto contenuto (due caffè o meno, a seconda di dove si trova il bar).

Un’ultima nota: i cicli Lunari hanno nomi per ognuna delle 29 fasi e mezzo. Volendoli riassumere ci sono quattro fasi principali: Luna piena (si vede in cielo), Luna calante (la “gobba” della Luna è verso sinistra), Luna nuova (non si vede la Luna), Luna crescente (la “gobba” è verso destra). C’è una inclinazione della gobba, che è data dalla posizione della Luna e dalla nostra posizione, e questo rende profondamente irrealistico il modello “semplificato” di Apple che fa vedere frontalmente la Luna, con una gobba perfettamente perpendicolare. Il vantaggio della complessità tecnica di Geneva Moon è che invece mostra l’attuale inclinazione della Luna (l’azimuth) e questo rende la complicazione estremamente piacevole per chi ne è a conoscenza. Sono i piccoli particolari che fanno la differenza, dopotutto.

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