Il Garante olandese per la protezione dei dati personali ha invitato le organizzazioni governative a non usare Facebook fino a quando Meta (l’azienda proprietaria del social) non farà chiarezza in merito alla gestione dei dati degli utenti.
“Le persone che visitano le pagine governative devono essere sicure che loro dati personali e sensibili siano in mani sicure”, ha spiegato Aleid Wolfsen dell’AP (Autoriteit Persoonsgegevens).
Reuters riferisce che il sottosegretario per la digitalizzazione, Alexandra van Huffelen, ha spiegato che Meta, l’azienda che controlla Facebook, deve fare chiarezza prima dell’estate in merito alle preoccupazioni del governo sulla sicurezza dei dati, “altrimenti saremo costretti a imporre lo stop all’uso di Facebook, in linea con tali raccomandazioni”.
Su un diverso versate, l’European Data Protection Board (EDPB) ha intanto bocciato il modello “consent or pay” di Meta per le piattaforme social Instagram e Facebook. L’EDPB sottolinea che l’utente non ha una reale alternativa e che decidere tra pagare o consentire a Instagram e Facebook di utilizzare i dati degli utenti per le pubblicità comportamentali non è una scelta plausibile. A essere contestato non è tanto l’abbonamento richiesto ma, tanto per cambiare, la chiarezza sulle modalità d’uso dei dati. L’alternativa potrebbe essere il modello “consent or don’t consent”, senza chiedere soldi in cambio dei dati per la profilazione pubblicitaria.
Da un recente sondaggi è emerso che 7 italiani su 10 condividono dati personali senza pensare alle conseguenze; le cifre sugli italiani non differiscono in modo significativo da quelle sulle altre popolazioni oggetto di studio, il che indica che le abitudini e la percezione sono abbastanza omogenee in Europa riguarda a questo argomento.