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I risultati dell’ultimo trimestre sono in calo e anche GameStop annuncia la prossima chiusura di diversi negozi. Nonostante sia tra i periodi dell’anno più intensi per quanto riguarda le vendite di videogiochi, gli ultimi tre mesi del 2016 hanno visto GameStop perdere il 16% dei profitti, pari a un totale di 208,7 milioni di dollari, mentre le vendite di complessivamente 3,05 miliardi di dollari sono diminuite del 14%.
Il calo del business dei negozi GameStop sta avvenendo nonostante le ampie strategie di diversificazione messe in atto da tempo della società, almeno fin dal 2008: collezionabili, ritiro e vendita dell’usato e vendita di dispositivi ricondizionati, tra cui anche smartphone e tablet e altro ancora. Il fatturato che non rientra nelle vendite di videogiochi fisici ora rappresenta il 36,9% dei profitti totali, in aumento rispetto al 24,5% dell’anno precedente. Ma risulta sempre più difficile fronteggiare la concorrenza dei download e degli acquisti di giochi in digitale e in USA anche una forte scontistica applicata in anticipo dai publisher in un periodo fondamentale per le vendite. Da qui l’annuncio della catena di chiudere tra il 2% e il 3% dei punti vendita che ora ammontano a 7.500 negozi in tutto il mondo: si va da un minino di 150 negozi fino a oltre 200 punti vendita. I dirigenti GameStop non hanno precisato dove saranno effettuate la maggior parte delle chiusure, ma secondo analisti e osservatori potrebbero essere concentrate soprattutto in USA dove il calo delle vendite è stato particolarmente sentito.
GameStop non è l’unico colosso retail statunitense a soffrire la concorrenza del web e del digitale: diverse altre catene di abbigliamento e accessori stanno attraversando una crisi simile se non peggiore, tanto che l’ondata di chiusure in arrivo è già stata definita l’apocalisse del settore retail: ne abbiamo parlato in questo articolo.