Il nuovo Samsung Galaxy S5 non è innovativo inoltre non offre funzioni o caratteristiche che ne giustificano l’acquisto per gli utenti che già possiedono un Galaxy S4. E’ questo in sintesi il giudizio sull’ultimo smartphone di fascia alta di Samsung espresso da Lawrence Lundy, consulente ICT di Frost & Sullivan. In realtà Lundy non si limita a una critica asettica di Galaxy S5 ma fornisce una spiegazione dettagliata delle ragioni per cui il colosso sud coreano non è ancora riuscito a dominare il segmento degli smartphone top di gamma, offrendo una panoramica credibile sulle tendenze in atto e anche sugli scenari futuri.
Iniziamo dalle considerazioni dell’analista sull’ultimo dispositivo Samsung lanciato sui principali mercati mondiali venerdì 11 aprile: “Anche se il Galaxy S5 è un prodotto evolutivo, non ha abbastanza pregi da convincere all’aggiornamento dalla versione 4. Non offre caratteristiche realmente innovative; attualmente ci troviamo in una sorta di stasi per quanto riguarda l’innovazione degli smartphone”.
Purtroppo Lundy non precisa se in questa stasi degli smartphone sia incluso anche iPhone 5s ma, giudicando dalla recensioni positive e soprattutto dalla calorosa accoglienza sul mercato, ci sembra di poter escludere iPhone 5s da questa stagnazione tecnologica. Pur trattandosi di una versione di intermezzo e non di una realese completamente nuova, l’ultimo smartphone di Apple integra il primo processore a 64 bit del settore e il riconoscimento delle impronte, due primati interessanti per un semplice aggiornamento.
Più interessante invece prendere in esame i motivi descritti dall’analista che spiegano il mancato dominio di Samsung nel segmento più profittevole della telefonia mobile, quello appunto degli smartphone top di gamma in cui Apple regna con successo da anni. Qui i vantaggi di approvvigionamento e di distribuzione di Samsung hanno un impatto minore: la maturità di questa fascia infatti pone meno attenzione sulle caratteristiche tecniche e più invece sul design e sulla marca.
Secondo l’analisi di Frost & Sullivan finora il successo ottenuto da Samsung è ottenuto per lo più investendo somme stratosferiche in marketing, non in funzioni e caratteristiche distintive. I problemi però non mancano nemmeno su questo fronte: Google infatti sta cercando di contrastare la frammentazione di Android, per evitare la proliferazione di dispositivi di basso prezzo di provenienza cinese, privi dei servizi di Big G che generano la maggior parte dei profitti per il colosso delle ricerche online, un processo di omologazione che rende ancora più difficile per Samsung differenziare i propri terminali top di gamma.
Così mentre Samsung detiene un vantaggio competitivo a livello hardware e costruttivo, in futuro l’importanza sarà sempre più a livello di dati, app e servizi dove “Samsung non ha le competenze interne in termini di software e apprendimento delle macchine per fornire soluzioni di eccellenza nel mondo post-mobile”. Per tutte queste ragioni la multinazionale sud coreana mostra bilanci sofferenti in campo mobile e smartphone, per profitti generati per lo più nei segmenti medio e bassi in cui si trova sempre più a competere con i costruttori a basso costo dell’Estremo Oriente.