Dietro al clamore suscitato dal lancio del nuovo Samsung Galaxy S4 c’è altro che la semplice novità, più o meno grande, di un cellulare che va a competere con iPhone. Piuttosto c’è il segnale inequivocabile e distinto di come l’azienda coreana stia cercando di ricavarsi uno spazio identitario bene preciso, marciando in una direzione che la dovrebbe portare a conquistarsi un suo spazio, distante dal principale avversario (Apple) ma anche dal principale alleato (Google).
Il nuovo Galaxy S4 riprende il discorso dove si era fermato il predecessore, ne mantiene il design ma applica una strategia evolutiva simile a quella vista su iPhone 5 nei confronti di iPhone 4S. Il gusto estetico e il design restano gli stessi, mentre aumentano dentro e fuori i “più”: più sottile, più leggero, più autonomia della batteria, schermo più ampio, più potente, più performante, più resistente, più maneggevole.
Da questo punto di vista Samsung sembra aver metabolizzato l’ormai, purtroppo, prevedibile ritmo di Apple, che da tempo mira a offrire prodotti spesso accusati di essere poco rivoluzionari rispetto ai precedenti, ma che in realtà sono indubbiamente diversi ed evoluti, capaci migliorare in maniera sensibile i punti di forza e di rimediare alle debolezze delle scelte passate.
Sono le scelte di fondo a divergere: i materiali produttivi, le dimensioni, la batteria estraibile, l’espansione via slot microSD, ma soprattutto la strategia di comunicazione, che sostituisce alla sobrietà di Apple un trionfo di luci, suoni, colori e situazioni forse un po’ confuse ed eccessive. Chi ha assistito alla presentazione, a metà fra un recital e una sit-com, si sarà probabilmente reso conto di come spesso le nuove funzionalità presentate perdessero efficacia comunicativa, faticando a emergere dagli sketch studiati e tendessero a perdersi in un barocchismo comunicativo fine a se stesso che lasciava trasparire l’affanno del summenzionato “più”.
Ma se si va a leggere dietro a tutto questo quel che è accaduto, si noterà che nelle funzionalità software si è marcata una distanza nei confronti di quello che dovrebbe essere il suo principale alleato, in altre parole Google. Negli oltre 60 minuti di presentazione il nome di Google è stato in sostanza cancellato, e non è mai stato neppure stato citato Android… nemmeno Google Maps è stato messo in primo piano quando si è parlato di navigazione guidata turn-by-turn. Samsung ha puntato il riflettore sugli aspetti che differenziano maggiormente il suo prodotto dalla concorrenza interna, gli altri “Android”, mettendo in luce gli “S” software, le caratteristiche sviluppate dall’azienda che si collocano a un livello superiore rispetto al sistema operativo che pure rappresenta il cuore del dispositivo.
Quel che si percepisce è che Samsung vuole offrire ai suoi utenti una piattaforma il più possibile libera da dipendenze nei confronti di Google; non si arriverà a chiudere la porta in faccia all’alleato, ma certo l’idea è di costruire un’immagine indipendente e di attribuire agli ingegneri di Seoul il merito del successo portando i riflettori su quel che l’utente percepisce, le funzioni e le applicazioni, distraendolo dalle fondamenta, il sistema operativo.
L’arrivo sul mercato del nuovo Samsung Galaxy S4 rappresenta anche per questo un importante passo per l’azienda sud coreana e una nuova sfida per Apple. Cupertino da sempre ha costruito il suo successo su una fortissima identità, la volontà di portare all’utente un’esperienza globale creata intorno a quel che con il telefono si può fare senza dirgli che cosa fa funzionare quelle cose ed è proprio questo che Samsung sta cercando di fare. Ma la sfida è anche a Google che potrebbe presto trovarsi accanto un alleato tanto forte da dettare la strada e da offuscare il suo tentativo, quel tentativo che è all’origine stessa del progetto Android, di affermare il suo ecosistema.