Samsung presenterà la sua nuova gamma di smartphone nell’evento Unpacked che si terrà mercoledì 1° febbraio 2023. Sappiamo più o meno tutto sui Galaxy S23, dispositivi che promettono di “superare i limiti dell’esperienza mobile, combinando innovazione e sostenibilità e fissare nuovi standard di riferimento”, ma oltre alle buone notizie sul versante prestazioni e caratteristiche sono attese anche brutte nuove sul versante prezzi, seguendo la tendenza verso l’alto già vista con Apple sugli iPhone.
Secondo il sempre ben informato Roland Quandt (una garanzia quando si parla di “leak”), in Spagna i prezzi della gamma S23 dovrebbero aumentare di 100 € rispetto agli S22. I prezzi di listino nella penisola iberica dovrebbero partire da 959 € per l’S23 base, con 8GB di RAM e 128GB di storage, mentre il modello di fascia alta, S23 Ultra con 12GB di RAM e 512GB di storage arriverebbe a 1.589 €. Si tratta di circa 100 € in più rispetto agli attuali prezzi spagnoli e tale tendenza dovrebbe essere generalizzata in Europa.
Sono previsti aumenti dei prezzi di listino anche in Germania, Belgio, Paesi Bassi o anche in Lussemburgo. Non sappiamo cosa accadrà in Italia ma non è difficile ipotizzare innalzamento dei costi simili a quelli paventati in Spagna.
S23 pricing from a Spanish retailer:
S23 8/128 959 Euro
S23 8/256 1019 Euro
S23+ 8/256 1209 Euro
S23+ 8/512 1329 Euro
S23 Ultra 8/256 1409 Euro
S23 Ultra 12/512 1589 Euro— Roland Quandt (@rquandt) January 24, 2023
Samsung non terrà conto solo dell’inflazione europea (+9,2% a dicembre 2022 secondo il dato finale Eurostat sull’andamento dei prezzi al consumo in area euro a dicembre 2022) ma secondo 9to5Google aumenti simili (+100$) sono previsti, ad esempio, anche in Australia. In altre nazioni l’incremento potrebbe essere ancora più elevato, e in Danimarca – sempre secondo Roland Quandt – Galaxy S23 Ultra potrebbe arrivare a costare 440 euro in più rispetto all’S22 Ultra.
Gli incrementi dei prezzi sono legati al contesto economico attuale: tra le cause, il costo sempre maggiore dell’energia, a cui si aggiungono incertezze sul conflitto in Ucraina e carenze di materie prime. Aumentare i prezzi è un modo per rispondere alle difficoltà, anche se probabilmente significherà vendere meno come dimostrano gli ultimi dati dei vari vendor, con consegne diminuite del 18,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mai così male negli ultimi dieci anni.