Samsung dimostra di avere molta cura nell’organizzazione degli eventi, scegliendo luoghi sempre interessanti e impostando gli eventi in modo tale da coinvolgere i convenuti. La terrazza belvedere del grattacielo Pirelli, a Milano, ristrutturata qualche anno fa con elementi dalle forme futuristiche, sicuramente è il luogo idoneo per presentare un dispositivo che reinterpreta il concetto di smartphone, espandendo considerevolmente la dimensione dello schermo e reintroducendo nell’interfaccia l’uso del pennino, strumento che sembrava aver perso la sua efficacia e il suo interesse di fronte alle tecnologie full-touch.
Ad accogliere gli invitati c’è, come sempre, Carlo Barlocco, responsabile delle tecnologie mobile per Samsung Italia. La sua introduzione ha permesso di fare una panoramica sul ruolo di Samsung nel mercato mobile: la parola chiave, come ha ribadito Barlocco, è la “democratizzazione” della tecnologia touch, coniugata nello slogan “Smartly Different”, attraverso la copertura del mercato con dispositivi che vanno dai più semplici smartphone, passando per il recentissimo Galaxy S II, arrivando ai tablet Galaxy Tab da 7″, 8.9″ e 10.1″. Tutti basati sull’interfaccia full touch.
Per rendere più completa la linea di prodotti e colmare il gap di dimensioni dello schermo (da 4.3″ a 7″), Samsung introduce il Galaxy Note, smartphone con schermo da 5.3″.
La crescita di Samsung nel mercato della telefonia, ma soprattutto nel segmento della telefonia evoluta, ovvero degli smartphone, è ben evidenziata dai dati di mercato che fanno dell’azienda coreana il leader sia nei numeri (dispositivi venduti) che nel valore (rapporto prezzo/prestazioni).
Barlocco ha voluto poi sottolineare come nel catalogo prodotti di Samsung vi sia una “democratizzazione” anche per quanto riguarda i sistemi operativi utilizzati, citando Android e Bada, quindi ponendo l’accento su un’architettura hardware aperta, al contrario di altri concorrenti (principalmente Apple), sebbene i prodotti di punta siano attualmente forniti con il solo Android.
La parola è poi passata all’ingegnere Antonio Bosio che ha illustrato le principali caratteristiche del nuovo prodotto, introducendo di volta in volta artisti ed esperti dei segmenti cui si rivolge il Galaxy Note: la creatività, il business, la fotografia e la musica.
Infatti la scenografia pensata per l’evento prevedeva attorno al pubblico ben quattro stand su cui si sono succeduti invitati speciali per dimostrare le capacità del Note, producendo alcuni lavori in pochi minuti e dal vivo.
Bosio ha illustrato con poche ma efficaci slide quali siano le caratteristiche peculiari del prodotto; innanzitutto la dimensione: lo schermo da 5.3″ rappresenta l’anello di congiunzione tra la massima portabilità degli smartphone e i grandi display dei tablet. Sicuramente, come abbiamo avuto modo di testare in coda alla presentazione, la dimensione è un fattore fondamentale: è necessario un periodo di adattamento perché a prima vista risulta essere davvero molto grande, per essere considerato anche un telefono (cosa che è a tutti gli effetti); a suo grande vantaggio c’è un peso che si può definire “piuma”, stranamente non dichiarato, ma addirittura inferiore a quello di un iPhone 3GS.
Per quanto riguarda lo schermo, questo risulta essere di altissima qualità: si tratta di un display AMOLED in alta definizione, con risoluzione da 1280×800 pixel e 285 ppi (punti per pollice) e diagonale da 5.3″ in grado di permettere operazioni con una sola mano.
Ma il vero plus di questo schermo è la possibilità di essere usato in abbinamento con una stilo, dalle dimensioni ridotte e con un proprio alloggiamento nel case del Galaxy Note; non solo, lo schermo è in grado di riconoscere il grado di pressione del pennino, esattamente come le più conosciute tavolette grafiche, e di distinguere, secondo il produttore, il tocco accidentale del palmo della mano.
L’uso abbinato di tecnologia full-touch e un pennino permette di ampliare l’interazione tra utente e dispositivo non solo nell’ambito di applicazioni di disegno, ma anche nella fruizione di internet, con la possibilità di ritagliare elementi da pagine web (e in generale da qualunque immagine) e riutilizzarli in altre applicazioni del Note, siano esse di disegno o di produttività. Inoltre, con l’uso del pennino, torna una funzionalità che gli utenti Apple di vecchia data ricorderanno certamente: il riconoscimento calligrafico della scrittura. Come nel vecchio e antesignano Newton, il Galaxy Note riconosce la scrittura propria dell’utente e la converte automaticamente in testo, fornendo eventuali alternative nel caso, non troppo raro, di una calligrafia “movimentata”. Anche questa tecnologia permette l’introduzione di nuove funzionalità e di nuovi ambiti d’uso, come per esempio il prendere appunti “a mano” e poi convertirli velocemente in un documento di testo di Word. Altra funzionalità importante è la possibilità, attraverso un sistema di codifica criptata, di utilizzare la firma effettuata con il pennino sullo schermo del Galaxy Note con certificazione legale e quindi come se fosse fatta su carta.
Il pennino e la tecnologia cui si basa, denominati S-Pen, saranno per ora esclusiva di questo prodotto, non essendo ancora stati introdotti sul mercato display con analoghe specifiche.
Completano la carrellata delle specifiche tecniche il processore dual core da 1.4 GHz con sistema operativo Android 2.3 (Gingerbread), connettività HSPA+ da 21 Mbps, una doppia fotocamera, frontale da 2 MP e posteriore da ben 8 MP con flash LED e una batteria da 2500 mAh, in grado, secondo le dichiarazioni di Samsung, di durare oltre la giornata d’uso.
Il corredo di software comprende i noti Samsung hubs e alcune applicazioni o servizi esclusivi realizzati con le testate giornalistiche di la Repubblica e Quattroruote e con la nota software house McAfee per la protezione dei dati.
Oltre a ciò, Samsung ha introdotto un proprio servizio di messaggistica, sulla stessa riga di analoghi servizi di RIM e Apple, dal nome ChatOn.
Nel complesso le impressioni sono molto buone: in attesa di una prova più specifica, il prodotto si presenta come qualcosa di veramente diverso nel panorama degli smartphone. Molto leggero, può lasciare qualche dubbio sulle dimensioni: un uso costante e approfondito probabilmente potrà far venire meno questo aspetto, anche se siamo al limite della portabilità.
Il software Android mostra tutte le caratteristiche già conosciute e le applicazioni specifiche aggiungono davvero un bel valore aggiunto, considerando che i programmi che usano il pennino sono sviluppati ad hoc anche grazie al kit SDK disponibile per gli sviluppatori. Non trattandosi di adattamenti di programmi esistenti ma evoluzioni dedicate, l’interazione è ottima e dopo una breve curva di apprendimento, comunque necessaria, migliora anche la facilità d’uso.
I lati negativi, al di là, come detto, della dimensione (che rimane un aspetto soggettivo) sono l’alloggiamento del pennino, facile da inserire e un po’ meno da estrarre senza fare un certo sforzo e l’ergonomia generale nell’uso; è vero che lo schermo è quasi interamente raggiungibile nell’uso con una sola mano, però anche questo aspetto diventa molto personale e dipende dalla conformazione della mano; può capitare di toccare lo schermo non solo con la punta del dito ma anche con altre parti della mano e non sempre il sistema di “palm rejection” sembra rispondere correttamente.