Dan Morrill, ingegnere in Google, spiega in una discussione sul sito Reddit perché il Galaxy Nexus non supporta la modalità USB Mass Storage (un sistema che consentirebbe ai dispositivi di essere visti come dischi esterni USB), similarmente a quanto fa Apple con l’iPhone. Questa modalità richiede spazio dedicato esclusivamente allo storage (es. uno slot per card microSD) ma Google non vuole dedicare un file manager alla gestione dello spazio libero e occupato ma vuole spostarsi nella stessa direzione di iOS nel quale l’idea è che l’utente non deve preoccuparsi dove risiedono i contenuti, una modalità che l’utilizzo dell’USB Mass Storage o di uno slot microSD forzerebbe l’utente a preoccuparsi dello spazio occupato e della destinazione o sorgente di un file.
“Non c’è una reale motivazione o limitazione hardware” dice Morrill, “il problema è la mancanza di una buona interfaccia di gestione”. Uno dei princìpi alla base di Android è l’inutilità di ricorrere a un file manager. “Vogliamo evitare l’odioso e disprezzabile selettore di file, sindrome di tutti gli OS (iOS escluso). I dati in locale che le app sanno come gestire dovrebbero sempre magicamente essere richiamabili da un’applicazione o memorizzati on the cloud. Non c’è bisogno di diventare “speleologi” dei contenuti delle memorie SD per individuare i propri dati”.
Uno dei vantaggi del non preoccuparsi del file manager è la possibilità di supportare file system senza le limitazioni del FAT32 e avere spazio per installare senza problemi app di tutti i tipi. “Siamo stanchi”, continua Morrill, “di vedere produttori OEM che includono gigabyte di spazio per lo storage interno di musica, mentre gli utenti vogliano più spazio per i dati e per installare le app”.
I membri dell’Android team evidenziano che è possibile eseguire trasferimenti tramite i protocolli MTP e PTP (dopo aver installato alcuni driver) e visualizzare i dispositivi come dischi. La rinuncia allo slot microSD e alla modalità USB Mass Storage è una scelta che concerne solo il Galaxy Nexus di Samsung e non tutti i futuri dispositivi con Android 4.0.
[A cura di Mauro Notarianni]
