Il Galaxy Round e il Galaxy Gear sono una delusione, almeno sul mercato coreano. Questo quel che avrebbero determinato le analisi delle vendite presentate a Business Korea, un periodico finanziario in lingua inglese.
I dati direbbero che il cellulare con schermo curvo, il primo mai annunciato (e poi seguito dal G Flex di LG), riesce smettere nelle mani dei clienti meno di 100 unità al giorno, per un totale di meno di 10mila al mese, mentre lo smartwatch riesce a raccogliere tra le 800 e le 900 unità, per un totale di 50mila pezzi. Tutti e due i prodotti sono largamente sotto le previsioni e ci sarebbero delle buone ragioni, anche tecniche per quel che è accaduto.
Il Round sarebbe un prodotto tecnologicamente problematico, c con una parte centrale molto più spessa della parte periferica a causa dell’impossibilità di produrre batterie curve in quantità sufficiente. Anche il vetro non sarebbe stato adattato in maniera perfetta; questo avrebbe dato vita ad un dispositivo senza reali vantaggi, se non quello dell’impugnatura. Tutto questo avrebbe spinto Samsung a collocare il telefono curvo in una nicchia precisa, quella che potrebbe occupare un dispositivo che ha solo uno scopo di marketing, non interessante come prodotto commerciale, ma solo come pubblicità. Di qui la decisione di produrre solo 50mila pezzi, quelli iniziali, e di non proseguire nell’assemblaggio di ulteriori unità.
Più preoccupante dovrebbe essere il pessimo risultato ottenuto dal Galaxy Gear che ha ricevuto una esposizione mondiale e una spinta promozionale anche costosa, ma senza spuntare i numeri che Samsung aveva auspicato. I dati di vendita sono stati e continuano ad essere bassi anche ora, nonostante l’aumento dei dispositivi compatibili.
Secondo alcuni osservatori del mercato menzionati dal Business Korea, «questi prodotti Samsung sono un test e non una rivoluzione. Clienti e produttori guardano già ai prossimi modelli del prossimo anno»
