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Il G7 approva la tassa globale su Apple e multinazionali

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Se ne parla da anni, ma ora la riforma fiscale globale per le multinazionali sembra più vicina: nel corso del weekend durante il G7 è stato raggiunto un «Accordo storico» che punta a superare le scappatoie fiscali finora sfruttate dalle multinazionali per ridurre il più possibile l’imposizione fiscale, indicando come strumento principale una aliquota o tassa minima globale.

I rappresentanti di Italia, USA, Regno Unito, Germania, Francia, Canada e Giappone riuniti nel G7 di Londra hanno raggiunto un accordo definito storico per supportare l’introduzione di una tassa minima globale di imposta sulle società di almeno il 15%, impegnandosi anche a fare in modo che le grandi multinazionali paghino le tasse nei paesi in cui operano.

«Dopo anni di discussioni, i ministri delle finanze del G7 hanno raggiunto un accordo storico per riformare il sistema fiscale globale per adattarlo all’era digitale globale» ha dichiarato il ministro delle Finanze del Regno Unito, Rishi Sunak, riportato da Reuters. L’accordo punta a ridurre o fermare completamente il fenomeno dell’elusione fiscale con nazioni che si trasformano in paradisi fiscali, proponendo aliquote fiscali super vantaggiose per le multinazionali che creano aziende e società nel proprio territorio.

G7 «Accordo storico» per tassa globale su Apple e multinazionali

Per esempio, nel caso di Apple, la Commissione europea ha richiesto di versare 13 miliardi di euro in tasse arretrate non corrisposte in Irlanda, si stima che la multinazionale di Cupertino abbia versato lo 0,005% nel 2014 e l’1% nel 2003, facendo confluire qui la stragrande maggioranza dei ricavi e dei profitti generati in Europa. Questo tipo di operazione e altre simili ma con meccanismi diversi effettuati da gran parte delle multinazionali, sono indicati come elusione fiscale perché di fatto non violano le normative locali.

Per queste ragioni l’accordo di una tassa minima globale sulle multinazionali del 15% sarà probabilmente messa in discussione dall’Irlanda e altri paradisi fiscali, mentre sul fronte opposto una tassa del 15% risulta inferiore rispetto al 20-21% richiesto all’interno dei singoli paesi. In ogni caso si tratta realmente di un accordo storico e la tassa minima globale sulle multinazionali sarà discussa a luglio con un numero maggiore di nazioni durante il G20 a cui partecipano anche Argentina, Australia, Brasile, Cina, India, Indonesia, Messico, Russia, Arabia Saudita, Sud Africa, Sud Corea e Turchia.

Difficile prevedere la posizione al riguardo di potenze come Cina e Russia: ma, anche quando la tassa minima globale verrà approvata dalla maggior parte dei paesi, ogni stato dovrà poi modificare le proprie normative fiscali per metterla in atto.

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