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Funambol: l’italia fa concorrenza a BlackBerry e Cupertino

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Funambol è uno dei progetti open source più importanti a livello mondiale, non solo per il numero dei partecipanti, ma anche per un piano di business estremamente lucido e mirato.

Rendere finalmente disponibili le funzionalità  di email push e sincronizzazione wireless anche ai comuni mortali, in via del tutto gratuita basandosi sulla pubblicità , ancora offrire questi servizi a pagamento e su grande scala a Internet provider, operatori di telefonia e aziende.

fabrizio

La brillante idea è tutta italiana per la precisione di Fabrizio Capobianco nato in Valtellina, laureato a Pavia e presto lavoratore nella Silicon Valley. Qui Fabrizio trova il terreno giusto per le sue idee e i capitali necessari per finanziare un progetto unico nel suo genere.

Oggi Funambol ha un centro di sviluppo principale a Pavia, con menti e programmatori italiani e una sede nella Valley. Le soluzioni gratuite di Funambol sono disponibili per la maggior parte dei cellulari in commercio, iPhone incluso ed esistono da molto prima che Apple lanciasse il progetto e i servizi MobileMe. Fabrizio vive con un piede in Italia, un altro nella Valley e per molto tempo su un aereo: Macity è riuscita a intervistarlo in alta quota.

La storia e le risposte di Fabrizio Capobianco, classe 1970, risultano illuminanti sotto numerosi aspetti. Sul mondo della tecnologia e dell’open source ovviamente ma anche su Apple, i prodotti della Mela e sull’importanza dei servizi di mail push e sincronizzazione wireless offerti da tempo da Funambol e ora presi di mira da Cupertino con risultati altalenanti.

Infine le idee e il progetto di Fabrizio e del suo team italo-americano hanno qualcosa da raccontare anche per quanto riguarda il sistema scolastico nostrano, in particolare le università  e il mondo del lavoro sempre più tecnologico e nel quale gli italiani potrebbero giocare un ruolo più consistente.

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Macitynet:
Valtellinese di nascita, studente pavese e lavoratore nella Silicon Valley: quali sono i principali ostacoli che hai dovuto superare prima come studente fuori casa e poi come italiano nella terra della tecnologia?

Fabrizio:
Il “salto” dai monti a Pavia e’ stato piuttosto semplice. Noi della Valtellina spesso scegliamo Pavia, in quanto la grande citta’ ci fa paura. Pavia e’ a misura d’uomo e di studente. Io ho passato cinque anni fantastici all’Almo Collegio Borromeo, il piu’ importante dei collegi storici pavesi (sono due, ma l’altro non conta). Il “salto” in Silicon Valley e’ stato leggermente piu’ duro, ma in quella parte di California siamo quasi tutti stranieri. Gli americani sono la minoranza. Ci si sente a casa da subito.

Macitynet:
Quando e in quale occasione della tua vita ti è venuta l’idea originaria di Funambol?

Fabrizio:
L’idea di Funambol e’ nata dall’osservazione del lavoro di Alessandro Rubini, colonna portante dell’open source mondiale, che lavorava nel mio laboratorio a Pavia al primo mouse device driver per Linux. Ho visto come e’ riuscito a costruire una comunita’ globale che testava e modificava il suo software, per adattarlo a tutti i mouse del mondo. Il mercato wireless dei cellulari e’ assai piu’ complesso di quello dei mouse: ci sono tre miliardi di dispositivi, tutti diversi. Per riuscire nel mercato mobile occorre una comunita’ enorme. Funambol, con i sui 2.5 milioni di downloads, e’ la comunita’ piu’ grande nel mondo wireless. Ed e’ tutta Italiana.

Macitynet:
Il cuore dello sviluppo di Funambol si trova a Pavia: due parole per rincuorare tutti gli studenti universitari italiani e un altro paio per avvisarli di cosa spetta loro nel mondo del lavoro, in Italia e all’estero.

Fabrizio:
L’universita’ Italiana e’ ancora competitiva. Manca un po’ di specializzazione, ma forse e’ meglio cosi’: apre la mente. Pero’ bisogna applicare le conoscenze acquisite: sviluppare software open source e’ la strada piu’ furba. Si entra a far parte di una comunita’ globale e si impara in fretta. E poi si migliora l’inglese, che nel nostro mercato e’ fondamentale. Il mondo del lavoro – soprattutto per chi fa software – non e’ molto diverso da una comunita’ open source strutturata. In particolare in Silicon Valley o a Pavia, da Funambol.

Macitynet:
Per quali ragioni i cervelli italiani non hanno nulla da invidiare a indiani e e americani?

Fabrizio:
Perche’ la nostra scuola tiene bene e le menti sono allenate dalla fatica del vivere quotidiano. E il software e’ pura creativita’, che e’ nel nostro DNA. I designer migliori sono da sempre italiani. Adesso abbiamo bisogno di produrre piu’ software designers, perche’ il paese deve diventare leader nelle alte tecnologie per competere in un mondo globale. Con Funambol stiamo dimostrando che si puo’ fare.

Macitynet:
Il mondo Open Source, di cui Funambol fa parte, è per definizione contrario a standard e tecnologie proprietarie. Cosa pensa Fabrizio del mondo Apple, di Mac OS X e del mondo PC. In diverse interviste hai avuto parole di ammirazione per iPhone: Macitynet immagina che tu ne possieda uno.

Fabrizio:
Io uso un MacBook Air, ho un iPhone e due iPod. I dispositivi Apple sono i migliori al mondo, quanto a estetica e funzionalita’. Se fossero aperti dominerebbero il mercato. Invece Steve Jobs insiste a tenerli chiusi e proprietari. Secondo me si sbaglia. Un sistema Apple aperto sarebbe dominante, la vera alternativa a Microsoft. Il rischio per Apple e’ di rimanere ancora una nicchia. Hanno una grande opportunita’ nel mondo wireless con l’iPhone ma rischiano di buttarla via, seguendo la strada proprietaria. Con Symbian e Android open source, ci sara’ poco spazio per chi rimane chiuso.

Macitynet:
Cosa pensi dello smartphone della Mela e della nuova versione 3G?

Fabrizio:
L’iPhone e’ il miglior telefono al mondo, senza dubbi. E’ un gradino sopra tutto il resto. Basta vedere la velocita’ con cui mia figlia e mia madre hanno cominciato a usarlo. Con 60 anni di differenza. Ma si sono appassionate entrambe.

La versione 3G non ha niente di nuovo, e’ solo un po’ piu’ veloce e accurata quanto a localizzazione. Un piccolo passo avanti per Apple, dal punto di vista tecnologico. Quello che e’ cambiato e’ il modello di business. Prezzi bassi e sussidi da parte degli operatori. Un grosso passo indietro (era bello vedere gli operatori piegarsi a un device manufacturer), ma molto sensato. Apple continua a fare mosse ragionevoli: dai chip Intel al supporto per Microsoft Exchange sull’iPhone.

Macitynet:
Apple non utilizzerà  più la parola Push per alcuni dei servizi di MobileMe. Potresti spiegare brevemente perché MobileMe non è un servizio Push, mentre lo sono Funambol e BlackBerry?

Fabrizio:
MobileMe e’ stato probabilmente il peggior prodotto mai lanciato da Apple. Semplicemente, non funziona. La componente push era chiave, perche’ e’ la molla che scatena l’utilizzo di email e altro sui cellulari – da SMS a email BlackBerry, ai messaggi si risponde appena arrivano. MobileMe e’ stato annunciato come un servizio push, ma i dati non arrivano immediatamente. E’ in realta’ un servizio pull. Apple ha dovuto scusarsi con tutti gli utenti per la disinformazione (marketing fraudolento). La piattaforma Funambol supporta true push, abbiamo addirittura tre modelli diversi per farlo…

Macitynet:
Il programma Funambol è disponibile come download gratuito su App Store. Cosa offre Funambol agli utenti di iPhone e dei Mac?

Fabrizio:
Offre sincronizzazione della rubrica over-the-air, ovvero senza bisogno di collegare l’iPhone al computer di casa. Uno degli utilizzi piu’ comuni e’ il trasferimento della rubrica dal vecchio cellulare al nuovo iPhone.
Mi collego a my.funambol.com (il sistema demo del prodotto Funambol, completamente gratuito) con il vecchio cellulare e invio automaticamente la rubrica al server.
Poi mi collego con l’iPhone e la scarico dal server. Il tutto in cinque minuti e senza bisogno di alcun cavetto.
In futuro, vorremmo aggiungere la sincronizzazione di calendario e note ma Apple non ha ancora rilasciato le API necessarie per farlo (abbiamo una versione pronta per iPhone jailbroken, ma non tutti vogliono “craccare” il proprio iPhone).

Macitynet:
Puoi raccontarci qualche cosa circa il riscontro che ha avuto la vostra soluzione su App Store?

Fabrizio:
Ha avuto un successo incredibile. MacWorld l’ha messa tra le 20 applicazioni “da avere”. Il numero di richieste su myFUNAMBOL e’ esploso, tanto che la nostra piccola demo ha faticato a gestire il nuovo traffico. E’ stata una bella soddisfazione, che fa il pari con la versione jailbroken – disponibile fin dall’autunno scorso – che ha avuto 100,000 downloads (su un milione di iPhone jailbroken…).

Macitynet:
Sul Web circolano pareri di sviluppatori scontenti della gestione di bug, patch e aggiornamenti da parte di Apple per gli applicativi presenti su App Store. Potresti raccontarci qualcosa della tua esperienza con Funambol presente fin dal primo giorno sull’App Store e in generale della collaborazione tra Funambol e Apple?

Fabrizio:
Apple fa firmare a tutti gli sviluppatori un NDA (Non Disclosure Agreement) che ci tappa la bocca. Mi piacerebbe dire di piu’, ma non posso. Di nuovo, il mio consiglio per Apple sarebbe di scegliere la via open. Trasparenza e comunita’ aiutano moltissimo, in particolare quando ci si rivolge a sviluppatori di software. Apple Open Source sarebbe un sogno.

Tutti i lettori interessati in Funambol per iPhone o per qualsiasi altro cellulare supportato possono trovare tutte le informazioni direttamente nel sito dello sviluppatore. Gli utenti di iPhone possono invece scaricare l’applicativo in questo collegamento diretto su App Store.

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