Se c’è una cosa che sappiamo tutti della X100, la serie di fotocamere compatte con sensore APS-C, obiettivo fisso da 35mm equivalenti e look “stile Leica”, è che sono diventate straordinariamente popolari nonostante il prezzo significativo: e l’ultimo modello Fujifilm X100VI appena annunciato costa negli USA 1.599 dollari prima delle tasse, circa 1.480 euro imposte escluse, alzando così il cartellino del prezzo di altri 200 dollari.
Ma questo avviene con un’idea da parte di Fujifilm: è possibile produrre la macchina fotografica senza soffrire delle terribili difficoltà di forniture che hanno piagato la vita commerciale di X100V a partire dalla pandemia. La soluzione? Fujifilm X100VI ora viene prodotta in Cina.
Un successo senza freni
La X100V di Fujifilm è diventata così popolare che sembrava che la fotocamera fosse in continuo esaurimento scorte e riordino presso tutti i rivenditori di fotocamere del pianeta. Anche gli importatori paralleli erano a secco.
Sul mercato secondario, i prezzi della fotocamera mirrorless a telemetro nel tempo sono saliti a livelli assurdi soprattutto dopo che la fotocamera, che a suo tempo ha rilanciato l’azienda giapponese nel mondo della fotografia, ha avuto un suo secondo grande momento virale su TikTok.
La X100V è diventata un fenomeno di moda così richiesto che Fujifilm ha pensato che non era più sostenibile portare avanti la produzione in Giappone ed era diventato necessario seguire una strada più semplice per il modello successivo X100VI, e avere comunque la garanzia di un prodotto di qualità.
Cosa cambia
Il modello appena annunciato è praticamente identico come estetica. Cambia il nome in maniera singolare, perché le varie X100 avevano una serie di lettere (S, T, F, V) che non lasciavano sospettare che l’ultimo fosse un numero romano e quindi che la nuova si sarebbe chiamata “VI”.
Eppure, così è, a dimostrazione ancora una volta di più, se ce ne fosse bisogno, che le aziende amano mettere i nomi a sentimento, più che seguendo una logica. Ammesso che ne esista una, ovviamente.
X100VI include miglioramenti significativi che la rendono, secondo Fujifilm, una fotocamera più capace, soprattutto per quanto riguarda gli ambienti di ripresa dove un po’ di intelligenza artificiale e alcuni accorgimenti secondo l’azienda consentiranno di fare di più. Ovviamente, spiega Fujifilm, questo modello è il migliore di tutta la serie.
La filosofia d’uso
Ancora non sappiamo il prezzo in euro per l’Italia, ma quello negli Usa di 1.599 dollari prima delle tasse la avvicina molto a un’altra fotocamera compatta ma con gli obiettivi intercambiabili della casa giapponese: la X-T5.
I due apparecchi però non potrebbero avere uno scopo più differente, perché X-T5 fa parte di un sistema di obiettivi e corpi compatibili, con un tipo di flessibilità d’impiego che si paga però con una maggiore complessità. Mentre X100VI ha, come le sue antenate un obiettivo fisso con otturatore centrale, apertura massima f/2 e ottica da 23mm, equivalente nel formato pieno a un 35mm.
L’obiettivo fisso, gioia e delizia degli appassionati di fotografia, rende questa una costosa “fotocamera da borsetta” che però permette di fare molte cose in leggerezza: reportage, street photography, ma anche fotografia personale, da viaggio.
L’obiettivo fisso, con una “vista” simile a quella dell’occhio umano e per questo detto “normale”, è quello che i vecchi fotografi consigliavano per imparare e poi esprimersi al meglio dietro all’apparecchio.
Manca lo zoom? No, lo zoom sono i piedi. Se serve allargare il campo si fanno due passi indietro, se serve stringere si fanno due passi in avanti. La distorsione ottica nell’obiettivo Fujinon è praticamente assente e comunque sono disponibili sia due aggiuntivi ottici per allargare e restringere il campo visivo che la modalità crop in camera.
Le novità tecniche
Inutile dire che, se poco cambia fuori, dentro invece è una piccola rivoluzione, a partire dal sensore. Come X-T5 e X-H2 prima di lei, l‘attuale X100VI passa a un sensore da 40 megapixel, che offre un maggiore margine di ritaglio e flessibilità di editing.
Avere una maggiore risoluzione con cui lavorare è ottimo, ma l’aggiornamento più impressionante è che Fujifilm ha integrato la stabilizzazione dell’immagine all’interno del corpo macchina (IBIS). È possibile ottenere fino a sei stop di stabilizzazione per quegli scenari in cui si desidera mantenere la velocità dell’otturatore il più bassa possibile preservando la nitidezza dell’immagine.
Non cambia invece lo slot per schede SD UHS-1, piuttosto lento per una fotocamera così costosa, e invece per fortuna utilizza la stessa batteria della X100 V anziché quella più ingombrante (e molto più duratura) presente negli altri modelli dell’azienda.
Quest’ultima scelta è stata fatta per preservare le dimensioni complessive di X100 VI (è solo un po’ più spessa), ma significa che sarà necessario avere una batteria di riserva a portata di mano ogni volta che si scatta per un’intera giornata.
Anche il mirino elettronico e schermo LCD posteriore hanno la stessa risoluzione della generazione precedente, rispettivamente 3,69 milioni e 1,62 milioni di punti. È ancora possibile scegliere il mirino ottico, l’EVF o un ibrido dei due durante le riprese, e la X100VI continua a offrire un filtro interno a densità neutra di quattro stop quando necessario.
Potenza bruta
X100VI utilizza l’ultima CPU di Fujifilm, battezzata X-Processor 5, che rende questa fotocamera quasi due volte più veloce di X100 V. Oltre all’aumento della velocità, la fotocamera offre un autofocus migliorato che utilizza gli ultimi algoritmi made in Japan per il rilevamento dei soggetti. Inoltre, sarà dotata di 23 simulazioni di pellicole Fujifilm, tra cui la simulazione Reala Ace che in precedenza era esclusiva di una delle costose fotocamere di medio formato dell’azienda.
L’elaborazione dei file JPEG in camera, cioè sia la possibilità di scattare solo JPEG che fare la coppia RAW+JPEG con simulazione (o una coppia di JPEG con due simulazioni di pellicola diverse) ha creato un vero e proprio culto per la serie X100.
Da subito anche i fotografi professionisti si sono accorti di questa unicità e la X100 è da sempre il secondo corpo usato ad esempio per i matrimoni, dove permette di avere effetti “retrò” molto graziosi e con una grande leggerezza per il fotografo.
Un corpo a prova di bomba (o quasi)
Per quanto riguarda la costruzione, non è cambiato molto: X100VI ha un corpo in alluminio progettato per resistere agli urti e per essere portata ovunque. Ma, come in passato, per ottenere una vera resistenza alle intemperie (soprattutto la polvere, molto più sottovalutata dell’acqua) è necessario dotare l’obiettivo dell’anello adattatore venduto a parte da Fujifilm e del filtro protettivo.
In un’ottica di distacco dalle sue precedenti incarnazioni tutte “made in Japan”, X100VI seguirà altre fotocamere Fujifilm recenti nel passaggio alla produzione in Cina.
Forse si perde un po’ della magia che derivava dalla produzione in Giappone, con standard di qualità altissimi e l’odore dell’artigianalità, ma il trasferimento del processo in Cina dovrebbe consentire all’azienda di produrre volumi estremamente più elevati e portare le nuove macchine fotografiche in tutti i negozi del pianeta senza più le attese estenuanti degli ultimi anni.
Fujifilm X100VI, prezzo e disponibilità
Fujifilm X100VI sarà disponibile nei colori argento o nero e le spedizioni sono previste per l’inizio di marzo. Oltre al modello standard, il costruttore rilascerà una versione estremamente limitata della fotocamera, “con inciso il logo aziendale della fondazione di Fujifilm nel 1934”.
Al prezzo di 1.999 dollari prima delle tasse, circa 1.850€, “ogni unità reca un numero di serie unico” e l’azienda afferma che “queste unità X100 VI numerate sono confezionate in una speciale scatola a rilascio morbido che include una tracolla speciale e le schede storiche Fujifilm”. X100VI LE può essere ordinata solo direttamente da Fujifilm in Giappone.
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