“Non si può notare in alcun modo la differenza tra il bokeh di un sensore APS-C ad apertura massima un sensore full frame con apertura chiusa di uno stop”. Questa è la teoria di Fujifilm con cui l’azienda giustifica la sua scelta di non produrre una fotocamera full frame ma di scegliere piuttosto un formato APS-C per le sue fotocamere della serie X. Secondo Fujifilm il formato APS-C rappresenta il miglior bilanciamento fra prestazioni e compromessi per ottenere una qualità d’immagine elevata escludendo tipiche problematiche legate ai sensori più grandi.
Scegliere un formato APS-C consente di sviluppare fotocamere con dimensioni e peso relativamente ridotti rispetto alle classiche full frame, lavorando sulla qualità ottica per controbilanciare i difetti derivanti da un sensore meno ampio. Fujifilm cita l’esempio dell’apertura delle lenti, sostenendo che la maggior parte delle performance ottiche delle lenti necessitano l’uso non alla massima apertura ma ridotta a qualche stop in più, per evitare eccessiva morbidezza agli angoli del fotogramma.
Con le sue lenti Fujinon l’azienda sarebbe riuscita ad evitare questo difetto e per esempio una lente Fujinon ad apertura f/1.4 sarebbe tanto nitida quanto la stessa lente full frame impostata a f/2.8, impostazione che consentirebbe un vantaggio nel tempo di scatto per la APS-C di Fujinon, diminuendo così la probabilità di avere uno scatto mosso.
Infine, altro asso nella manica è il sensore X-Trans, secondo Fujifilm capace di rivaleggare alla pari con un classico sensore Bayer, pure se full frame.
Senza dubbio Fuji ha ragione quando sostiene che le fotocamere full frame (mirrorless incluse) rappresentano un ingombro non indifferente, ma per qualcuno il look & feel rappresentato da uno scatto a pieno formato con apertura f/1.4 o anche f/1.2 resta sempre ineguagliabile.