Lavorare come astronauta nello spazio è certamente affascinante ma non mancano piccoli e grandi problemi con i quali combattere ogni giorno come ad esempio la necessità di ripensare alle modalità di consumo dei cibi, scegliendo quelli non deperibili, per non parlare degli attrezzi per prepararli e cucinarli, ma anche per pulire e conservare quest’ultimi.
La dieta degli astronauti comprende tipicamente verdure, pollo e riso integrale; molti di questi cibi sono termostabilizzati, in altre parole pastorizzati, oppure sterilizzati o disidratati, al fine di bloccare la carica batterica che altrimenti si formerebbe, impendendo di conservare a lungo gli alimenti.
Il problema della monotania dei pasti reidratati – riferisce engadget – sarà presto superato grazie a un ingegnoso sistema di refrigerazione ideato dall’Università del Colorado a Boulder e denominato Freezer Refrigerator Incubator Device for Galley and Experimentation (o FRIDGE).
L’unità in questione è stata ideata dal dipartimento BioServe Space Technologies presso l’Universitè del Colorado, ed è in pratica un frigorifero grande all’incirca quanto un tradizionale forno a microonde. “Non ci sono parti rotanti e ventole, rendendo pertanto il tutto molto affidabile”, riferisce Robby Aaron, studente di un master aerospaziale che lavora sul progetto. Un tradizionale frigorifero sulla Terra è caldo sulla parte posteriore per via del calore generato dal condensatore e dal compressore, elementi che non è possibile sfruttare nello spazio. “L’aria calda non sale con la microgravità: rimane ferma, può provocare il surriscaldamento di alcuni elementi e dunque bisogna eliminare gli elementi di riscaldamento”. “La Stazione Spaziale Internazionale (ISS) dispone di un sistema di raffreddamento ad acqua che può essere sfruttato per scaricare direttamente il calore residuo e mantenere il sistema freddo”.
La NASA sta usando già otto di queste unità. Due sistemi presenti nella navicella spaziale Cygnus che sabato 3 ottobre ha appena raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale, sono stati riservati per i prodotti alimentari: pasti deperibili partiti dalla Terra, ma anche per conservare prodotti freschi prodotti nel giardino idroponico della ISS e per la corretta conservazione di alcuni medicinali. Gli altri sei sistemi sono sfruttati nella Stazione per eseguire prove con materiali sensibili alle temperature.