In Francia ieri è iniziata la causa tra Apple e Attac (Associazione per la Tassazione delle Transazioni finanziarie e d’Aiuto ai Cittadini) movimento che si definisce “di autoeducazione popolare orientato all’azione e alla costruzione di un altro mondo possibile” che a dicembre dello scorso anno ha protestato contro Apple occupando l’Apple Store Opéra e negozi Premium Reseller di Metz e Caen.
Membri dell’associazione anti-globalizzazione hanno apposto cartelli stazionando per diverso tempo nel negozio, applicando alle pareti e sugli scaffali poster con la dicitura: “Apple, Paga le tasse” e modificando con la stessa dicitura anche gli sfondi Scrivania dei Mac esposti nel negozio. Stessa scena in altri Apple Store e Premium Reseller di Metz e Caen.
Apple Retail France ha citato in giudizio l’associazione anti globalizzazione per vandalismo e quest’ultima ha organizzato una manifestazione davanti al Tribunal de Grande Instance (TGI) di Parigi. A manifestare a fianco dell’associazione, Attac è riuscita a portare a suo fianco molti politici di sinistra: Jean-Luc Mélenchon (fondatore nel 2008 del Partito di Sinistra e candidato alle elezioni presidenziali del 2017), rappresentanti dell’NPA (Nuovo Partito Anticapitalista), del partito ecologista dei Verdi, e della confederazione sindacale CGT (Confédération Générale du travail).
Vari manifestanti – scrive Macg – hanno rappresentato Apple come il Male assoluto, vestiti da personaggi cattivi di Star Wars come Darth Vader e Spacetrooper, diffondendo volantini e grafiche varie con audaci rappresentazioni nelle quali si vede anche un Tim Cook-Sheev Palpatine, il dittatore galattico che al termine della prima trilogia di Guerre Stellari cerca di tentare Luke Skywalker salvo poi morire per mano del proprio discepolo.
La causa in corso è stata etichetta come una sorta di battaglia tra Davide e Golia; Apple nei documenti portati in tribunale ha spiegato di supportare da sempre “persone e individui che pacificamente esprimono la loro opinione” ma accusa gli attivisti di ATTAC di avere vandalizzato i suoi negozi e messo al repentaglio la sicurezza del suo staff e dei suoi clienti.
Cupertino ritiene che le manifestazioni di protesta all’interno dei suoi negozi hanno anche influito sulle vendite, chiede che all’associazione sia vietato manifestare ancora nei suoi negozi, 150,00 euro di multa agli attivisti e 3.000 euro di danni commerciali se violano il divieto. Attac da parte sua nega gli atti di vandalismo e una sua portavoce ha parlato di atto di “teatrali manifestazioni gioiose con musica”. Secondo Julien Pignon, avvocato che difende Attac, le richieste di Apple sono “sproporzionate” tenendo conto del “principio della libertà di espressione e della libertà di manifestare” garantiti dalle leggi francesi e dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo. La decisione della Corte è attesa per il 23 febbraio.