In Francia la direzione generale della concorrenza, consumo e repressione delle frodi (DGCCRF), indaga su Apple per presunta “obsolescenza programmata” e ostacoli imposti ai riparatori non ufficialmente autorizzati.
L’indagine è partita su segnalazione dell’associazione Halte à l’Obsolescence Programmée (HOP) che aveva puntato il dito contro la Mela a dicembre dello scorso anno.
Il self-repair program di Apple obbliga gli utenti a indicare il numero di serie del proprio dispositivo quando si devono ordinare parti di ricambio di iPhone e Mac, e le parti in questione devono essere installate nei dispositivi con i seriali indicati al momento dell’ordine.
Secondo l’associazione HOP (qui i dettagli), questa policy consente a Apple di limitare le riparazioni ai soli tecnici autorizzati, e limitare le funzionalità di dispositivi riparati con componenti con certificati.
L’organizzazione HOP ritiene inoltre che il self-service repair program di Apple sia un male per l’ambiente perché Apple spedisce grandi e pesanti strumenti di riparazione ai consumatori (“due valigia con 35 kg di attrezzi per sostituire una batteria”).
Anche iFixit – sito che vende parti di ricambio – lo scorso anno aveva espresso lamentele per la procedura che prevede l’indicazione dei numeri di serie dei dispositivi prima di ordinare ricambi.
Secondo l’organizzazione HOP, la necessità di indicare il numero di serie, e non poter ordinare genericamente parti di ricambio, limita le possibili opzioni di riparazione da parte dei riparatori non ufficialmente autorizzati.
“Queste strategie minano non solo il diritto alla riparazione”, riferisce HOP, “ma anche la democratizzazione del ricondizionamento e, più in generale, lo sviluppo dell’economia circolare”
Non è la prima volta che l’HOP prende di mira Apple: nel 2020 la Mela fu condannata dopo una azione legale dell’associazione per “mancanza di informazioni obbligatorie” per la questione delle batterie esauste che portavano al rallentamento del processore sui “vecchi” iPhone con iOS 11.3.