Francia, Germania e altri partner europei sono al lavoro per colmare le scappatoie che hanno consentito ad aziende quali Alphabet (il “cappello” che controlla Google), Facebook, Apple e Amazon di ridurre al minimo l’imposizione fiscale e prosperare in Europa a spese di altre aziende locali.
Ne parla Bloomberg spiegando che la Francia proporrà “regole più semplici” per una “tassazione reale” delle aziende IT alll’Ecofin in programma a Tallinn (Estonia) a metà settembre. A riferirlo è stato il ministro francese delle Finanze spiegando: “L’Europa deve imparare a difendere i suoi interessi economici con molta più forza”, come fa la Cina e come fanno gli Usa”. E ancora. “Non puoi prenderti i benefici di fare impresa in Francia o in Europa senza pagare le tasse che le altre imprese – francesi o europee – sono obbligate a versare”.
Germania e Francia hanno discusso di questioni fiscali nel corso di una riunione di gabinetto lo scorso mese; la Germania prevedibilmente discuterà di questioni specifiche dopo le elezioni del 24 settembre. In Europa c’è un progetto più ampio che mira a un’armonizzazione complessiva di tutte le corporate tax all’interno dell’Eurozona.
Ad agosto dello scorso anno la la Commissione europea ha concluso che due ruling fiscali emanati dall’Irlanda nei confronti di Apple hanno considerevolmente abbassato le imposte che la società ha versato in tale Stato membro a partire dal 1991.
I ruling approvavano modalità di determinazione degli utili imponibili di due società di diritto irlandese appartenenti al gruppo Apple (Apple Sales International e Apple Operations Europe) non corrispondenti alla realtà economica: la quasi totalità degli utili sulle vendite registrati dalle due società veniva imputata internamente a una “sede centrale”.
Dall’analisi della Commissione è emerso che queste “sedi centrali” esistevano solo sulla carta e non potevano aver generato tali utili. In virtù di specifiche disposizioni del diritto tributario irlandese oggi non più in vigore, gli utili attribuiti alle “sedi centrali” non erano soggetti a tassazione in nessun paese. Grazie al metodo di assegnazione avallato con i ruling fiscali, Apple ha pagato sugli utili di Apple Sales International soltanto un’aliquota effettiva dell’imposta sulle società che dall’1% del 2003 è via via scesa fino allo 0,005% del 2014.
La Commissione ha ordinato all’Irlanda di recuperare le imposte che Apple non le ha versato per il periodo dal 2003 al 2014, per un totale di 13 miliardi più interessi.