Con un ricorso presentato al Consiglio di Stato, Apple aveva in Francia attaccato il decreto n° 2010-1366 del 10 novembre 2010 voluto dall’HADOPI (Haute Autorité pour la diffusion des oeuvres et la protection des droits sur l’Internet) l’autorità francese che si occupa del diritto d’autore su Internet. La normativa in questione è stata nel paese più volte al centro di polemiche giacché prevede una “disconnessione forzata” e graduale per gli utenti che violano il copyright.
L’utente scoperto a scaricare file protetti da copyright viene prima avvisato via e-mai; in caso di persistenza della violazione riceve una raccomandata, e poi, come ultimo avviso, è invitato a comparire davanti ad un giudice, il quale decide l’eventuale multa o la disconnessione forzata. A ricevere gli avvisi non è ad ogni modo l’autore della violazione ma il titolare del contratto di abbonamento a internet.
In seguito al ricorso presentato da Apple, il Consiglio di Stato ha annullato la parte del decreto che impediva il ricorso nei confronti dell’autorità finché il provvedimento non diventava definitivo, evidenziando che la disposizione in questione violava “i principi generali di diritto e le esigenze di diritto della difesa”. L’articolo contestato è stato annullato e non comparirà più nella struttura della normativa.
Il Consiglio di Stato, tuttavia, ha rifiutato di invalidare il resto del testo: ricordiamo che Apple aveva attaccato anche alcuni aspetti tecnici. Gli argomenti presentati dalla Mela, non hanno convinto. La casa di Cupertino affermava che il testo pubblicato sulla Gazzetta ufficiale era diverso da quanto previsto nel decreto. “È falso” ha affermato il giudice amministrativo, secondo il quale i due testi sono invece identici. L’azienda di Cupertino ha inoltre sostenuto che la Commissione avrebbe dovuto avviare per il decreto una procedura di informazione nel settore delle norme e delle regolamentazioni tecniche ai sensi della direttiva 98/34/CE, ma il giudice non ha concordato, sostenendo che il decreto non prevede “alcuna regola tecnica” e non ha nulla a che fare con la direttiva in questione.
Una curiosità: alla presentazione del logo HADOPI, si scoprì che il font utilizzato (creato da Jean François Porchez) era stato usato senza licenza, costringendo l’agenzia creativa che l’aveva realizzato a ridisegnare il logo con un nuovo font.